29.12.08.- La class action al raddoppio – Il Governo punta a introdurre l’azione collettiva sia nel settore privato sia in quello pubblico – l’obiettivo è il risarcimento e l’efficienza –
Dom. 28 – MILANO – La class action si fa in due. E a breve potrebbe costituire una nuova arma a disposizione di cittadini e consumatori per intensificare il pressing su imprese e pubblica amministrazione. Uno strumento per contrastare chi vende prodotti difettosi ma anche il burocrate ostruzionista, Negli ultimi giorni sono state infatti approvate due diverse discipline che regolamentano l’introduzione dell’azione collettiva nel settore privato e in quello pubblico. Con diversi obiettivi e differenti modalità. Se infatti la class action nei confronti delle imprese punta a dare una chance di risarcimento del danno subito a una pluralità di consumatori, l’azione nel settore pubblico, che potrà essere rivolta anche contro i concessionari, ha invece come obiettivo il ripristino di standard di efficienza. Il Governo ha così presentato lo scorso 23 dicembre un emendamento al collegato sviluppo in discussione al Senato, nel quale riscrive numerosi aspetti di una disciplina che era stata approvata con una certa frettolosità un anno fa e che non è mai entrata in vigore. Pochi giorni prima infatti, il 19 dicembre, lo stesso Governo, con il canonico decreto ‘milleproroghe” di fine anno, aveva fatto slittare di ulteriori 6 mesi (dopo un primo rinvio deciso a giugno) il debutto dell’azione collettiva nel privato. Ora l’Esecutivo può così puntare ad approvare entro la fine di giugno del 2009 la nuova versione della class action che chiarisce tra l’altro l’area degli interessi che possono essere fatti valere attraverso il nuovo strumento (identiche posizioni nei confronti di imprese produttrici, diritti derivati da contratti conclusi attraverso formulari o moduli, danni da pratiche commerciali scorrette); precisa che a proporre l’azione può essere anche il singolo, utilizzando, ma non è obbligatorio, anche l’aiuto di associazioni e comitati; accentra la competenza nei tribunali dei capoluoghi di Regione; ridefinisce il procedimento e le forme di pubblicità. Ma a fare discutere è soprattutto la sostanziale esclusione della retroattività che rende impossibile, a prescindere dai dubbi sulla proponibilità della class actjon in ambito finanziario, a tanti risparmiatori vittime dei crac di questi anni ottenere risarcimenti a ristoro delle perdite. L’emendamento presentato dalle Attività produttive ammette infatti che l’azione collettiva può essere fatta valere solo per gli illeciti commessi a partire dal 1°luglio 2008. Discorso diverso per quanto riguarda un altro inedito per il nostro ordinamento. Con il disegno di legge delega sull’efficienza nella pubblica amministrazione, già approvato dal Senato, è stato previsto che ogni cittadino può agire in giudizio quando la violazione di parametri qualitativi ed economici, l’omesso esercizio di poteri di vigilanza o sanzionatori, la violazione di termini o la mancata emanazione di atti amministrativi, ha provocato la lesione di interessi rilevanti per una pluralità di utenti. Scopo dell’azione è ricondurre l’azione amministrativa all’interno di standard di efficienza, facéndo comunque precedere l’avvio del procedimento giudiziario da una diffida all’amministrazione. Nei casi di protratta inerzia il giudice amministrativo, cui spetta sempre la competenza, potrà procedere anche al commissariamento dell’ente. Non sono previsti vincoli espliciti di retroattività, anche se potrebbero essere introdotti in sede di decreto delegato, e le associazioni potranno muoversi anche autonomamente. Giovanni Negri Fonte: Sole 24 Ore |