13.01.2010. -Giustizia – torna in Commissione il DDL sul processo breve – Vito: «Nessun decreto blocca-processi» – l’annuncio del ministro durante la riunione dei capigruppo a Palazzo Madama. –

ROMA – Non ci sarà alcun decreto blocca processi al Consiglio dei Ministri. Lo ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, durante la riunione dei capigruppo a Palazzo Madama. Motivo: la sentenza della Corte Costituzionale che avrebbe ispirato il decreto, ha detto il ministro ai presidenti dei gruppi, «è immediatamente applicativa» e di conseguenza non c’è necessità di un decreto per attuarla.  
Secondo il ministro, infine, si sarebbe parlato del decreto «in maniera informale», ma non ci sarebbe alcun testo scritto. Inoltre, il disegno di legge sul processo breve torna in Commissione: lo ha reso noto il presidente dei senatori dell’IdV Felice Belisario.
Il provvedimento sarà votato in Aula la prossima settimana.
 Il presidente del Senato, Renato Schifani, si dice «soddisfatto» perchè la conferenza dei capigruppo «ha accolto (sul processo breve, ndr) la mia proposta di mediazione. Ho infatti applicato il comma 11 dell’articolo 100 del regolamento del Senato che consente al presidente di rimandare in commissione per alcune ore parti di norme (all’esame dell’Aula, ndr.)». «Spero – ha aggiunto il presidente conversando coi cronisti – che questo possa riportare un clima di serenità nel dibattito, dopo che la differenza tra le posizioni politiche aveva portato ad atteggiamenti di estrema protesta, al limite dell’esasperazione. Mi auguro – ha concluso – che questa scelta consenta al Senato di lavorare in un clima di serenità». Tornato in Aula, il presidente ha aggiornato la seduta alle 17 . Nel frattempo, la commissione Giustizia esaminerà le modifiche proposte dal relatore al testo. Nel pomeriggio il ddl sul processo breve tornerà in Aula ma, secondo quanto deciso dalla capigruppo, il voto dovrebbe avvenire la prossima settimana. 
AL LAVORO – Dopo la correzione di rotta sul decreto «blocca-processi», sono iniziati a Palazzo Grazioli una serie di contatti per fare il punto della situazione. Nella residenza del premier – secondo quanto si è appreso – si sarebbe recato il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Ai contatti avrebbe preso parte anche il consigliere giuridico del premier, Niccolò Ghedini. La questione ancora aperta sarebbe la durata della sospensione dei processi in corso in primo grado così da consentire all’imputato, nell’ipotesi di contestazioni suppletive in dibattimento relative a circostanze che già emergono dal fascicolo del pm, di ricorrere al rito abbreviato. I novanta giorni di sospensione, prospettati in origine nella bozza di testo sottoposta al Quirinale dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, sarebbero scesi a una durata inferiore, dopo un lavorio di mediazione che ha visto impegnato anche il presidente della Camera Gianfranco Fini.
La decisione di non fare un decreto sembra indicare, tuttavia, che una intesa sulla durata della sospensione non sarebbe stata trovata. L’ipotesi di uno ‘stop’ di 45 giorni prospettata nei colloqui con il Colle potrebbe essere stata considerata insufficiente dai ‘tecnici’ di Berlusconi che avrebbero preferito, a questo punto, una sospensione di 60 giorni, utile anche in vista dell’imminente campagna elettorale. Per effetto del decreto, infatti, i due processi a carico del premier (Mills e Mediaset) sarebbero sospesi.

Fonte: corriere.it

 

Potrebbero interessarti anche...