Consiglio d’Europa: Italia, il boom di avvocati fa crescere il contenzioso

La giustizia ai tempi della crisi. La Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej)  disegna il quadro del funzionamento della giustizia in 48 Stati (non ha partecipato il Liechtenstein). Dal rapporto 2012 divulgato il 20 settembre, che raccoglie i dati riferiti al 2008, si ricava un quadro completo dello stato della giustizia in Europa. Con un ruolo di primo piano per l’analisi dei costi. La spesaL’Italia ha destinato 3.051.375987 alle spese dei tribunali (senza considerare i costi degli uffici della procura e dell’assistenza giudiziaria). Questo vuol dire 70,9 euro per abitante (ossia lo 0,28% del Pil) a fronte dei 95,3 euro della Germania, dei 175,8 di San Marino. La Spagna spende 86,2 euro contro i 55 della Francia. Se si includono anche i costi per le procure e per l’assistenza giudiziaria la cifra arriva a 73 euro per abitante a fronte della media del 57,4 euro. In totale, l’Italia ha aumentato del 3,4% la spesa per tribunali, procure e assistenza giudiziaria a fronte della media del 6%. Diminuzioni invece in Bosnia, Bulgaria, Finlandia, Ungheria, Lettonia e Lituania. La Grecia – si chiarisce – ha fornito dati relativi alle previsioni di spesa ma le somme non sono state poi attribuite. I giudiciPer quanto riguarda gli attori del sistema giustizia, in Italia sono 6.654 (ossia 11 per 100.000 abitanti) i giudici togati, e 3.121 quelli non togati (5,1 per 100.000 abitanti). Rispetto al 2006 vi è stato un incremento molto limitato (0,05) a fronte della media europea dell’1,6%. In Russia si contano 32.313 giudici togati, in Germania 19.832, in Polonia 10.625, in Turchia 7.727 e in Francia 6.945. Una diminuzione drastica del numero dei giudici in Grecia (-20,3%). Vediamo i numeri dei magistrati inquirenti: il numero più alto di procuratori è in Bulgaria, Lituania, Moldova, Montenegro, Russia, Ucraina e Islanda. L’Italia rientra nel gruppo di Stati con il minor numero di pubblici ministeri per abitante meno di 5 per 100.000 abitanti. I compensiI compensi dei magistrati della Cassazione sono tra i più alti d’Europa. Al primo posto la Svizzera con 264.000 euro lordi, segue l’Irlanda con 257.000, il Regno Unito (243.000 euro lordi), la Norvegia (181.971 euro) e l’Italia (176.000 euro lordi). Quasi il doppio della media in Europa pari a 86.616. Per chiarire il quadro, in pratica, i magistrati della Cassazione ricevono una cifra 7 volte superiore rispetto alla media dei salari in Italia (questo per Italia e Bulgaria vale anche per i procuratori). Nel rapporto si sottolinea che in Italia si verifica un forte incremento dei salari nel corso della carriera: i magistrati di prima nomina, infatti, ricevono 50.290 euro, un importo solo leggermente più alto rispetto alla media europea di 46.056 euro. Poi però vi è un forte balzo in avanti. Alcuni Stati (Francia, Italia, Georgia, Spagna) accordano un’indennità in base al raggiungimento di obiettivi quantitativi. Le sanzioni disciplinariBasso il numero di sanzioni disciplinari pronunciate nei confronti dei magistrati: 0,6 su 100 magistrati (0,1 in Germania, 9,8 in Georgia, 5,8 in Finlandia e 5,3 nel Regno Unito). Il numerico degli avvocatiBoom nel numero degli avvocati. Sono 211.962 gli avvocati in Italia, che relega la Germania, al 2° posto, con 155.679 legali. Una crescita continua del numero dei professionisti in Italia che, da un lato, indica che non vi sono, in via generale, restrizioni all’accesso, ma che, dall’altro lato, può essere causa di un incremento del contenzioso e della litigiosità. Nel 2008 gli avvocati erano 198.000. Nessuno Stato si avvicina a queste cifre. Per quanto riguarda la percentuale, su 100.000 abitanti l’Italia conta 31,9 avvocati per giudice. Una percentuale alta rispetto ai giudici togati: l’Italia è al secondo posto, preceduta dall’Irlanda (58,7%), ma molto oltre la media europea del 9,8%. Sono i Paesi del Sud Europa (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) a contare il numero più alto di legali. La durata dei procedimenti (divorzio)Passiamo alla durata per alcuni processi presi come modello per fare il punto sul funzionamento. In materia di divorzio, in Italia, il processo in primo grado dura 538 giorni e in secondo grado 453.Nessuno Stato fa peggio. In Russia il processo in primo grado dura solo 30 giorni. Probabilmente, poi, la situazione in Italia non è peggiorata ma è rimasta inalterata rispetto alla durata del 2006 solo perché si sono ridotte le istanze di divorzio. Un dato che mostra l’incapacità di risolvere il problema dei tempi dei processi: la diminuzione di nuove istanze di divorzio avrebbe dovuto comportare un miglioramento dei tempi rispetto al 2006. Così non è stato. Sistemi alternativi (mediazione)Molti Stati ricorrono alla mediazione ma mancano ancora i dati sull’utilizzo dei sistemi alternativi di soluzione delle controversie. Disparità di generePer quanto riguarda le disparità di genere, in Italia, rimangono un problema ancora rilevante soprattutto perché le donne non riescono a superare il famoso tetto di cristallo. Se all’inizio della carriera, tra i magistrati, vi sono ormai più donne che uomini, poi ai vertici, di fatto, salgono soprattutto uomini. Basta vedere i dati dei giudici che operano in primo grado: sono 2.602 gli uomini e 2.764 le donne, ma salendo di giurisdizione diminuisce la presenza delle donne. In secondo grado ci sono 598 uomini e 395 donne, in Cassazione 238 uomini e solo 57 donne. Per non parlare dei presidenti di tribunali: in primo grado sono 169 gli uomini e solo 25 le donne, 18 in appello e solo 3 le donne. In cassazione solo uomini.di Marina Castellaneta (Guida al Diritto)24 settembre 2012 

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