07.05.09. – Processo civile telematico, si parte
L’annuncio in un convegno Abi. Dalle banche 3,4 milioni per lo scambio on-line di documenti – Comincia Verona. Entro giugno il via in altri sette tribunali. Processo civile telematico: dopo un po’ di stop and go dovuto all’avvicendamento tra una legislatura e l’altra, finita la fase di stop sembra arrivata quella del go. Basta con le sperimentazioni e largo all’operatività. L’annuncio è dell’Abi che la scorsa settimana nel corso di un convegno dedicato alla giustizia elettronica ha voluto riannodare gli esiti di un protocollo ambizioso per l’applicazione del pct alle esecuzioni individuali e concorsuali firmato nel 2006 con il ministero della giustizia. Tre milioni e 400 mila euro messi sul piatto dalle banche italiane: si comincia da Verona, dove dal 16 marzo scorso è possibile lo scambio telematico dei vari atti giudiziari; entro giugno saranno operativi anche Genova, Padova, Catania, Brescia, Milano, Bologna e Torino e via via fino ad arrivare a tutti e 14 i tribunali previsti dal progetto iniziale del 2006. Dentro, anche Roma e c’è da scommettere che sarà la sfida più dura. In nove di queste sedi stanno partendo i cantieri di lavoro con relativi gruppi guida a composizione mista tra magistrati, cancellieri, avvocati e rappresentanti Abi. Ora, con il Siecic, il sistema di gestione dei registri di cancelleria delle esecuzioni individuali e concorsuali, operativo in dieci sedi, si stanno caricando i dati dei fascicoli giudiziari a cominciare dalle sedi di Genova e Roma. Novità anche per i punti di accesso, vero banco di prova del processo civile telematico; al momento quelli autorizzati al deposito di atti e ricezione di notifiche, sono i nove ordini degli avvocati di Milano, Catania, Vigevano, Lodi, Lecco, Pavia, Voghera, Varese e Verona più il Consiglio nazionale del notariato e i privati Lextel e Datamat. «Ci abbiamo investito perché ci crediamo», conferma Luigi Capaldo, responsabile giustizia dell’Abi, intervenuto a illustrare gli strumenti informatici attualmente in aiuto delle indagini negli accertamenti penali. Ad aprire i lavori del convegno, il presidente Abi Corrado Faissola: «Le nuove tecnologie applicate alla giustizia costituiscono un fondamentale vettore di cambiamento non solo organizzativo ma soprattutto culturale». Con lui, al tavolo di palazzo Altieri presenze significative per la giustizia italiana come quella del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, di magistrati addetti ai lavori come Paolo Biritteri a capo del Dog con Stefano Aprile e Augusta Iannini a capo dell’Ufficio legislativo del ministero e del primo presidente della Corte di cassazione Vincenzo Carbone. «A Verona troviamo ora la consolle del magistrato e la consolle dell’avvocato, tutti gli atti dal decreto ingiuntivo a quelli delle procedure di esecuzione sono trasmessi telematicamente», conferma Capaldo. Alla base c’è proprio il concetto di «autoalimentazione informatica del fascicolo» in un mondo dove le cancellerie potrebbero vedere sgravato il carico di lavoro e gli utenti avvocati azzerate le gravose attese in coda grazie alla smaterializzazione delle carte processuali. Fonte: Italia Oggi |