Tar del Lazio: stop alle specializzazioni forensi – affonda il regolamento sulle specializzazioni voluto dal CNF –
Il Tar del Lazio, con sentenza depositata il 9 giugno, ha infatti stabilito la nullità del provvedimento con il quale nel settembre scorso il Consiglio nazionale forense aveva definito le condizioni per ottenere e conservare il titolo di avvocato specialista. Tra pochi giorni, alla fine del mese, il regolamento sarebbe diventato operativo, ma i giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi presentati da una settantina di avvocati che sostenevano l’illegittimità della condotta del Cnf che, senza alcuna base normativa, avrebbe preso decisioni lesive della loro professionalità anticipando la riforma dell’ordinamento forense. Ed è sull’esclusiva competenza statale che «emerge graniticamente» che si sono appuntate le osservazioni del Tar. Che ha premesso di voler accantonare qualsiasi valutazione di merito sull’opportunità o utilità dell’introduzione di una disciplina delle specializzazioni, come pure sulla necessità di mettere un argine al proliferare di “autoproclamazioni” pubblicitarie di sedicenti competenze. Per i giudici amministrativi è evidente che il legislatore statale non ha provveduto (ancora) alla riforma dell’ordinamento professionale, sede deputata per collocare regole del genere, né ha attribuito al Cnf la competenza ad adottare con regolamento la disciplina delle specializzazioni legali. Non vale, ed era una delle argomentazioni pro-regolamento, sostenere che, anche dopo l’introduzione delle specializzazioni, la figura dell’avvocato rimane unica, visto che il legale potrebbe comunque svolgere l’attività forense in tutti i settori dell’ordinamento anche senza aver conseguito il titolo di specialista. La sentenza sottolinea, invece, che «la valenza istitutiva di nuove figure professionali della impugnata normativa si desume pacificamente dalla circostanza che il regolamento prevede l’istituzione da parte del Cnf di appositi registri pubblici ove possono iscriversi, sulla base del verificato possesso di specifici requisiti attestanti una determinata qualificazione professionale, gli avvocati specialisti nelle considerate aree di diritto». Per la Corte costituzionale, l’istituzione di un registro professionale ha già di per sé una funzione di individuazione della professione. Poco convincente anche il richiamo fatto dai difensori del regolamento a precedenti dello stesso Tar che, in materia di formazione forense, avevano riconosciuto l’esistenza di un potere normativo interno da parte del Cnf. Si tratta, infatti, di precedenti che non aderiscono in maniera soddisfacente alla materia delle specializzazioni. Il Cnf, davanti alla pronuncia, abbozza e osserva, in una nota, che «il regolamento sulle specializzazioni è necessario per qualificare la formazione professionale degli avvocati e risponde anche all’esigenza di natura deontologica di assicurare la massima tutela degli interessi degli assistiti. Il diploma si somma ai titoli di varia natura che gli avvocati, al fine di qualificarsi, possono liberamente e volontariamente conseguire». Il Cnf rilancia e invita «il Parlamento e il Governo a dare nuovo impulso alla riforma forense, che ormai langue da troppi mesi in commissione giustizia della Camera». Cauta la reazione del presidente Oua, Maurizio De Tilla, il quale auspica «che si lavori per una soluzione legittima e condivisa da tutti. Il sistema delle specializzazioni è benvenuto ma deve avere come scopo principale l’alta preparazione degli avvocati. Il percorso dovrà essere serio e articolato e dovrà riguardare principalmente la giovane avvocatura». Molto polemico l’attacco di Ester Perifano, segretario dell’Anf, che chiede le dimissioni del presidente del Cnf Guido Alpa: «È gravissimo che il massimo organo istituzionale degli avvocati, il Consiglio nazionale forense, non solo abbia forzato la legge, pretendendo di superarla, ma, di fronte a un congresso nazionale che lo invitava con una mozione approvata a larga maggioranza a ritirare l’atto illegittimo, abbia confermato ostinatamente una scelta infausta». Patrizio Tumietto, presidente degli avvocati tributaristi (Uncat), invece, dichiara che insieme con le altre associazioni specialistiche portarà avanti ogni azione per istituire le specializzazioni forensi.
Fonte: ilsole24ore.com |