Le associazioni Angdp e Unagipa hanno proclamato lo sciopero dal 25 al 29 giugno – Mastella assicura maggiori controlli viste le differenze notevoli sui compensi tra Distretti differenti.

Le associazioni Angdp e Unagipa hanno proclamato lo sciopero dal 25 al 29 giugno – Mastella assicura maggiori controlli viste le differenze notevoli.
 
Niente udienze davanti ai giudici di pace dal 25 al 29 giugno.
Le associazioni dei magistrati onorari hanno indetto uno sciopero di cinque giorni per protestare contro le mancate riforme della categoria.
Secondo un dossier di via Arenula gli stipendi medi dei magistrati di pace possono variare dai 50 mila del distretto di Napoli ai 13.800 di Potenza. Uno scarto di oltre tre volte che forse dà adito a qualche dubbio, tanto da far scrivere al guardasigilli, Clemente Mastella, che il governo ´sta predisponendo controlli più incisivi’ sull’attività svolta dal giudice di pace, in modo da ´accertare, mediante verifiche periodiche della professionalità, che l’esercizio delle funzioni giurisdizionali avvenga nel pieno rispetto della deontologia’. 
 
La presa di posizione del ministro rischia ora di infiammare ulteriormente il clima particolarmente teso tra via Arenula e la categoria, già pronta a incrociare le braccia per la mancata risoluzione di annosi problemi come la discontinuità del mandato, l’assenza di tutele previdenziali e assistenziali, la mancanza di indipendenza, ora aggravata dalla previsione del ddl governativo (in attesa di approvazione a palazzo Chigi) che assoggetta gli uffici del giudice di pace al coordinamento di magistrati togati.  
Le proposte elaborate dal sottosegretario alla giustizia Luigi Scotti deludono le nostre attese’, spiegano il segretario dell’Unagipa, Gabriele Longo, e il presidente dell’Angdp, Francesco Cersosimo. “Si nega la nostra condizione oggettiva di lavoratori subordinati, sottoposti a responsabilità disciplinare, poteri direttivi del Csm, impossibilità di organizzare autonomamente il lavoro e obbligo di presenza”, incalzano le associazioni, che chiedono “un provvedimento legislativo che recepisca le richieste fondamentali della categoria”.  Tra le rivendicazioni chiave dei giudici di pace c’è anche il diritto a un’indennità adeguata e parzialmente fissa.
Attualmente, infatti, il compenso dei magistrati varia in base alla quantità di procedimenti svolti. Una circostanza che secondo un’interrogazione parlamentare alla camera (on. Piscitello) “presenta le caratteristiche del lavoro a cottimo, e rischia di far sorgere nel giudice un interesse personale”, finendo per “determinare notevoli disparità di trattamento tra magistrati che svolgono le stesse funzioni”.
I dati allegati da via Arenula, in effetti, mostrano una certa varietà nei compensi medi annui, almeno per quel che riguarda la Campania, con Napoli (50 mila) e Salerno (38 mila) a fare la parte del leone rispetto a distretti come Campobasso, Caltanissetta o Potenza, sotto i 20 mila euro, ma anche Torino, Bologna, Bari, Lecce e Catanzaro, solo per citarne alcuni, tutti sotto i 30 mila euro. Nella sua risposta Mastella sottolinea che il tetto massimo di 72 mila euro lordi all’anno alle indennità dei giudici “neutralizza il rischio che possa sorgere un loro interesse personale alla moltiplicazione dei procedimenti e delle decisioni”.
Però promette anche “controlli e verifiche” più stringenti sulla professionalità dei giudici. La vertenza si annuncia sempre più dura. (riproduzione riservata)
Teresa Pittelli 
  

Fonte: Italia Oggi    

Potrebbero interessarti anche...