Corte Costituzionale n. 157 – responsabilita’ civile – danni da sinistro stradale -21.06.2013. –

Giudizio di legittimita’ costituzionale in via incidentale. Responsabilita’ civile – Danni da sinistro stradale – Azione giudiziale nei confronti dell’impresa designata alla gestione dei sinistri in carico al Fondo di garanzia per le vittime della strada – Condizione di proponibilita’ – Comunicazione della richiesta risarcitoria cumulativamente all’impresa designata e alla CONSAP-Fondo di garanzia per le vittime della strada anziche’ disgiuntamente all’una o all’altra – Questione gia’ dichiarata manifestamente infondata – Manifesta infondatezza. – Decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, art. 287, comma 1. – Costituzione, artt. 24, 76 e 77. (GU 1a Serie Speciale – Corte Costituzionale n.26 del 26-6-2013)
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente:Franco GALLO;
Giudici :Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Giuseppe
TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, Alessandro CRISCUOLO, Paolo
GROSSI, Giorgio LATTANZI, Aldo CAROSI, Marta CARTABIA, Sergio
MATTARELLA, Mario Rosario MORELLI, Giancarlo CORAGGIO,
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nel giudizio di legittimita’ costituzionale dell’articolo 287, comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private), promosso dal Tribunale ordinario di Forli’ nel procedimento vertente tra Mazza Luana Paola e Cossu Fabrizio ed altra con ordinanza del 13 gennaio 2012, iscritta al n. 261 del registro ordinanze 2012 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 47, prima serie speciale, dell’anno 2012.
Visto l’atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
udito nella camera di consiglio del 22 maggio 2013 il Giudice relatore Mario Rosario Morelli.
Ritenuto che – in un giudizio civile avente ad oggetto domanda di risarcimento danni per un sinistro stradale causato da conducente sprovvisto di copertura assicurativa, e, percio’, proposta anche nei confronti dell’impresa designata dal Fondo di garanzia per le vittime della strada – l’adito Tribunale ordinario di Forli’, al fine del decidere sulla eccezione di improponibilita’ della domanda per mancato invio della richiesta risarcitoria anche alla CONSAP, come ora richiesto dall’articolo 287, comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 recante: «Codice delle assicurazioni private» di seguito anche c.d.a., ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata, in riferimento agli articoli 24, 76 e 77 della Costituzione, onde ha sollevato, con l’ordinanza in epigrafe, questione di legittimita’ costituzionale del predetto art. 287;
che, ad avviso del rimettente, la nuova norma espressa nel censurato art. 287 c.d.a. violerebbe, appunto, gli artt. 24, 76 e 77 Cost., ponendosi in contrasto con le direttive della delega di cui all’articolo 4 della legge 29 luglio 2003, n. 229 (Interventi in materia di qualita’ della regolazione, riassetto normativo e codificazione. Legge di semplificazione 2001), in quanto, invece di agevolare, come ivi prescritto, la tutela per il danneggiato, contraente debole, avrebbe aggravato la sua posizione, con
l’imposizione di un onere ulteriore, incidente negativamente sul suo diritto di difesa;
che e’ intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri per eccepire la manifesta infondatezza della questione.
Considerato che questione analoga a quella sollevata con l’ordinanza in esame e’ gia’ stata dichiarata manifestamente infondata da questa Corte con l’ordinanza n. 73 del 2012;
che, in tale occasione, si e’ evidenziato che, a prescindere dai piu’ o meno ampi margini di discrezionalita’ riconosciuti in via di principio al legislatore delegato (da ultimo, sentenza n. 230 del 2010 e, in precedenza, anche sentenze n. 199 del 2003 e n. 163 del 2000), al quale non e’ preclusa l’adozione di norme che rappresentino un ordinario sviluppo e, se del caso, un completamento delle scelte espresse dal legislatore delegante (ordinanze n. 213 del 2005 e n. 419 del 2000), e’ decisivo ed assorbente, in questo caso, il rilievo che rispetto alla ratio della delega di cui all’art. 4 della citata legge n. 229 del 2003 – la quale nel quadro di un complessivo «riassetto della materia», si e’ proposta di rafforzare la tutela del
danneggiato anche attraverso la promozione di condizioni per una maggiore effettivita’ e un miglioramento delle prestazioni assicurative (sentenze n. 230 del 2010 e n. 180 del 2009) –
assolutamente coerente, e non certo con essa in contrasto, nonche’ espressiva comunque di scelte che rientrano nella fisiologica attivita’ di riempimento che lega i due livelli normativi, e’ la disposizione del decreto legislativo qui censurata. La quale e’, infatti finalizzata alla piu’ razionale esplicazione dell’attivita’ solidaristica del Fondo di garanzia per le vittime della strada ed e’funzionale anche all’eventuale intervento, a rafforzamento della garanzia del danneggiato, della CONSAP nella fase del giudizio (art. 287, comma 3, c.d.a.), con l’introduzione di un meccanismo – quello appunto dell’invio della doppia raccomandata – che si risolve in un adempimento meramente formale, che non comporta alcun sostanziale aggravio per il danneggiato al fine del successivo esercizio dell’azione giudiziaria;
che l’odierno rimettente non adduce profili o argomenti diversi rispetto a quelli gia’ valutati nella richiamata precedente pronuncia di manifesta infondatezza;
che, conseguentemente, anche l’attuale questione deve essere dichiarata manifestamente infondata.
Visti gli artt. 26, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, e 9, comma 2, delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale.
per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara la manifesta infondatezza della questione di legittimita’ costituzionale dell’articolo 287, comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private), sollevata, in riferimento agli articoli 24, 76 e 77 della Costituzione, dal Tribunale di ordinario di Forli’, con l’ordinanza di cui in epigrafe.
Cosi’ deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 17 giugno 2013.