30.04.2010. – Pressing sulla riforma forense – l’avvocatura ricorda ad Alfano gli impegni presi –
La riforma forense non si può bloccare. È il diktat dell’avvocatura al ministro della giustizia e alla maggioranza, dopo la prima settimana di lavori dell’aula del senato sul testo unitario predisposto dalla commissione giustizia. Che resta appeso a un filo, tra gli oltre 700 emendamenti presentati, il parere contrario della commissione Bilancio su alcuni punti del disegno di legge e la richiesta trasversale di ritornare in commissione giustizia. Secondo l’avvocatura, infatti, il guardasigilli e la maggioranza hanno preso un impegno con la categoria e non possono più tirarsi indietro. «C’è la volontà da parte del relatore e della maggioranza di andare avanti», ha detto il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, «l’atteggiamento è quindi positivo. Il testo, chiaramente, può essere emendato ma deve essere chiaro che l’avvocatura non può più aspettare. Su aspetti come la retribuzione dei praticanti o i compiti dell’avvocatura si può certo intervenire, per noi i punti fondamentali sono, tra gli altri, i minimi tariffari, il ripristino del divieto di patto quota-lite, la previsione dell’esclusività della consulenza legale». Sulla stessa linea i giovani avvocati dell’Aiga. «Non capirei il senso del ritorno del testo in commissione giustizia», ha commentato il presidente, Giuseppe Sileci, «faccio anche fatica a comprendere le obiezioni della commissione bilancio dato che non è una legge che inciderà sulle casse dello stato. Allo stato attuale stiamo seguendo i lavori con grande attenzione. Certo, se la riforma dovesse tornare in commissione saremmo molto preoccupati per la battuta d’arresto dell’iter parlamentare». Alfano è intervenuto al senato giusto settimana scorsa per prendere le difese dell’impianto complessivo del provvedimento di riordino dell’avvocatura, così come varato dalla commissione giustizia. Tanto che ha annunciato che il governo non avrebbe presentato emendamenti. Auspicando però la revisione di alcuni punti: su tutti tariffe e accesso. Sul primo punto, il ministro non è entrato nel dettaglio ma ha auspicato, più che il ripristino dei minimi, un sistema di regole che tuteli il cittadino sulla qualità del servizio professionale. Sull’accesso, secondo Alfano, il parlamento dovrà invece trovare il punto di equilibrio per assicurare sia il rigore nella selezione dei professionisti sia il diritto ad accedere all’albo in condizioni di parità. Da rivedere, poi, il tema della riserva esclusiva in favore degli avvocati delle attività di assistenza, difesa e consulenza legale, considerando la «concorrente necessità di apprestare strumenti idonei a garantire la consulenza legale anche ai cittadini non abbienti». Gabriele Ventura Fonte: Itala Oggi |