Giustizia, l’Anm boccia il governo: “Riforma inefficace”

Una riforma “deludente”, al cui interno ci sono “norme punitive” frutto in parte di “logiche del passato” L’Associazione nazionale magistrati boccia senza mezzi termini il progetto di riforma del governo sulla giustizia presentato lo scorso 29 agosto a Palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi e dal Guardasigilli Andrea Orlando.

“Le notizie finora diffuse sulla riforma della giustizia non possono che suscitare delusione”, sottolineano i magistrati, che definiscono gli interventi “di scarso respiro” e contestano alcuni provvedimenti come quello dell’annunciata riduzione delle ferie che, se confermata, “sarebbe un grave insulto non per l’intervento in se stesso ma per il metodo usato e per il significato che esso esprime”, anche perché arriverebbe “con un decreto legge a efficacia differita (cioè un ossimoro) quando altre riforme ben più urgenti sono incerte o rimandate al disegno di legge o addirittura alla legge delega”.

Duro l’attacco sulla prescrizione: “L’annunciata modifica”, spiega la nota, “non tocca la riforma del 2005, prodotto di una delle varie leggi ad personam: si risolve invece nella debole scelta di introdurre due nuove ipotesi di sospensione temporanea ed eventuale del suo decorso” e rileva come “l’inerzia della politica vada in parallelo con periodiche, violente accuse rivolte ai magistrati di volersi sostituire al legislatore”.

Il confronto con il ministro Orlando, che ha più volte incontrato i vertici dell’Anm, non sembra dunque servito ad arrivare ad una riforma condivisa. Da parte dell’Associazione guidata da Rodolfo Sabelli resta la disponibilità “a discutere di tutto senza porre veti”, ma con l’avvertimento che “non potrà tacere di fronte all’inefficacia di una riforma della giustizia definita rivoluzionaria”.

La riforma del governo prevede, nelle linee generali, nuove norme sul falso in bilancio e sulla prescrizione, norme sulle responsabilità civile dei magistrati, il dimezzamento della pausa estiva per i tribunali con l’obiettivo di arrivare al “dimezzamento dell’arretrato della giustizia civile”, come annunciato dal premier Renzi.

Ma l’Anm non ci sta e lancia altre priorità per riformare la giustizia. Gli interventi previsti “non toccano il tema centrale delle risorse, quello che condiziona in larga misura l’efficienza della macchina giudiziaria”, e sono “destinati a produrre risultati assai inferiori alle attese”, sottolinea l’Anm, che pure riconosce la “grave crisi di efficienza e funzionalità” del sistema giudiziario italiano.

Le ricette però sono diverse da quelle del governo: servono “forti investimenti in risorse di personale amministrativo e di mezzi ma anche in riforme coraggiose della normativa civile e penale”, specifica l’Anm, che sottolinea lo sforzo dei magistrati per far funzionare al meglio il sistema: “Solo l’impegno straordinario dei magistrati e del personale di cancelleria – si legge nella nota- ha potuto contenere i danni peggiori e perfino ridurre in molti casi l’arretrato, grazie a una produttività eccezionale”. E vengono citati i dati del Consiglio d’Europa che pongono la magistratura italiana “al primo posto per produttività in Europa”.

Fonte: repubblica.it

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