22,04,2010. – Mediazione, la base ribadisce il no – Successo della riunione di ieri alla Caserma Garibaldi. Assente il Consiglio forense –

I movimenti di base dell’avvocatura napoletana continuano la loro battaglia contro il Decreto Legislativo in materia di mediazione e conciliazione, ma l’Ordine è assente. E’ accaduto ieri, in occasione della riunione organizzata dall’associazione Magna Carta alla Caserma Garibaldi (sede dell’Ufficio del Giudice di Pace), dove oltre duecento esponenti del neonato movimento delle “camicie bianche” attendevano un confronto con i vertici dei loro organi istituzionali, che però hanno preferito non partecipare all’incontro.

 

 

Eppure la mattinata era iniziata all’insegna dei migliori auspici e dei tentativi di “conciliazione”, con il presidente dell’associazione Magna Carta, Umberto Truglio, che sottolinea la presenza massiccia della base, ma diffida tutti dallo “strumentalizzare i rapporti con l’Ordine”. Truglio puntualizza, “l’Ordine ha già preso una posizione chiara contro la mediazione, elencando determinati punti critici, e rimettendo al ministro Guardasigilli Angelino Alfano e al governo eventuali modifiche. Noi vogliamo dire al Consiglio: siamo con voi”. Anche l’avvocato civilista Sabrina Sifo, che in questi giorni aveva sollecitato l’Ordine a un maggiore vigore nel denunciare la situazione, frena, e apre alla necessità di unità e di confronto. Succede, però, che all’appello mancano proprio quei vertici dell’Ordine con i quali si doveva impostare un percorso comune. A farlo notare è l’unico esponente del Consiglio presente, a titolo personale, l’avvocato Mario Santoro (esponente dell’opposizione consiliare), e dalla reazione della sala, affollatissima di avvocati, si capisce che i dissapori e le insofferenze ci sono e come. Non resiste il segretario dell’Associazione Magna Carta, Carlo Claps che dal tavolo sbotta: “sbaglia chi vuole usare questi strumenti come un tentativo di ritornare al corporativismo e ai soli grandi studi legati ai poteri forti”, delineando quasi uno scontro, all’interno dell’avvocatura, tra diverse generazioni. E la stessa Sabrina Sifo, prima ricorda che il Consiglio ha deliberato di “voler lasciar libera la base di discutere”, considerando questo come un segnale di democrazia, poi, incalzata sull’assenza dei vertici, ammette, “sì, ci sono problemi pesanti”.

A gettare acqua sul fuoco e sedare gli animi di una platea che ormai protesta in modo vibrato, ci pensano il presidente Truglio prima, e l’avvocato Pasquale Guida, poi. Il primo precisa che l’assemblea “non è un tentativo di organizzarsi di il gruppo di rivoltosi, quindi non c’è alcun Masaniello”. Truglio evidenzia anche che”per organizzare questo incontro sono state rispettate tutte le formalità e le gerarchie”.

Il secondo, invece cita Lenin e il volume “L’estremismo malattia infantile del comunismo”, come esempio della criticità dei rapporti tra la base e i suoi rappresentanti e invita i colleghi a “non scaricare tutte le responsabilità sul Consiglio” e a “non farne una controparte”. La situazione sembra resti ancora tesa, e non mutano i problemi che la base dell’avvocatura denuncia rispetto al Decreto Legislativo in materia di “mediazione finalizzata alla conciliazione”. Sussistono punti oscuri, secondo gli esponenti dell’avvocatura che comprometterebbero seriamente il diritto del cittadino alla difesa, a vantaggio dei grandi gruppi economici e delle grandi Assicurazioni. E a danno degli spazi di mercato per gli avvocati, categoria già in difficoltà per gli effetti della recessione generalizzata che non ha risparmiato nemmeno il lavoro dei professionisti. Nonostante il clima, una buona notizia, sul fronte dell’unità, potrebbe, però, arrivare da Roma, dove, come ha annunciato Mario Santoro, l’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura presieduto da Maurizio de Tilla) sta organizzando, probabilmente per maggio, una protesta nazionale proprio contro queste misure.

Fonte: denaro.it

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