20.11.09. – Alfano: no a riforme sotto dettatura Anm – Il Ministro della Giustizia pensa a una riforma nella quale i pubblici ministeri devono diventare “avvocati dell’accusa”

ROMA – “La riforma della giustizia non la faremo sotto la dettatura dell’Anm, anche perché abbiamo il vago e leggero sospetto che il foglio resterebbe bianco perché i magistrati non vogliono il cambiamento”. 
Lo ha detto il ministro, Angelino Alfano, intervenendo alla Sesta conferenza nazionale dell’Avvocatura in corso a Roma.
Questo passaggio del discorso del Guadarsigilli ha riscosso un fortissimo applauso della platea stracolma di avvocati, circa 1.500. Il ministro della Giustizia Angelo Alfano pensa a una riforma nella quale i pubblici ministeri devono diventare “avvocati dell’accusa” perché solo così “i piatti della bilancia della giustizia saranno in posizione equilibrata, saranno allo stesso livello l’avvocato del cittadino e l’avvocato dell’accusa”. Affinché ci sia effettiva “equidistanza – ha proseguito Alfano nel suo intervento alla VI Conferenza dell’avvocatura in corso nella sala congressi dell’Hotel Cavalieri Hilton – è necessario “che il giudice e il pubblico ministero non si diano del tu, non vadano a prendere insieme il caffé e magari non si fidanzino: solo se ci sarà la giusta distanza tra tutti i soggetti del processo sarà possibile realizzare un processo con le giuste garanzie”. 

“Non intendiamo mettere il pubblico ministero sotto controllo dell’Esecutivo, e questo è l’orientamento del governo: non lo riteniamo giusto e poi non ci consideriamo eterni. Oggi c’é un governo liberale e garantista ma domani potrebbero essere altri a governare…”.
Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelo Alfano intervenendo alla VI Conferenza dell’avvocatura promossa dall’Oua in corso nella sala congressi dell’Hotel Cavalieri Hilton. “Siamo convinti – ha proseguito Alfano – che la magistratura deve essere autonoma e indipendente,, soggetta soltanto alla legge. Ma alla legge si!”.

Fonte: ansa.it

 

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