16.07.2008 – IMMIGRATI/ CONSULTA: ESPULSI HANNO DIRITTO A RICORRERE PER POSTA – Illegittima norma della Bossi-Fini
16.08.2008 – IMMIGRATI/ CONSULTA: ESPULSI HANNO DIRITTO A RICORRERE PER POSTA – Illegittima norma della Bossi-Fini
Il cittadino straniero espulso dall’Italia ha diritto ad utilizzare il servizio postale per ricorrere contro il decreto prefettizio. A patto che sia stata accertata la sua identità. E’ il principio stabilito dalla Corte costituzionale, che nella sentenza n. 278 depositata oggi ha dichiarato l’illegittimità della norma che “non consente l’utilizzo del servizio postale per la proposizione diretta, da parte dello straniero, del ricorso avverso il decreto prefettizio di espulsione, quando sia stata accertata l’identità del ricorrente in applicazione della normativa vigente”. La norma ‘bocciata’ dalla Consulta fa parte del Testo unico sull’immigrazione del 1998 modificato dalla Bossi-Fini nel 2002 e dalla legge del 2004, dall’allora governo Berlusconi. A sollevare la questione era stato il giudice di pace di Torino, convinto che quella disposizione violi l’articolo 3 (uguaglianza davanti alla legge) e l’articolo 24 (diritto di difesa) della Costituzione. “Nei casi di proposizione del ricorso per mezzo del difensore o della rappresentanza diplomatica, oppure di deposito del ricorso nelle mani del cancelliere, questa garanzia – osserva la Consulta – risulta pienamente assicurata. (…) Nel caso, invece, di trasmissione del ricorso a mezzo posta l’identità del ricorrente potrebbe non risultare garantita. Conseguentemente – spiega – non potrebbero ritenersi soddisfatte quelle esigenze di certezza perseguite dal legislatore. Ovviamente, però, quando vi sia certezza circa l’identità dello straniero non v’è ragione di escludere l’utilizzabilità del servizio postale per la presentazione del ricorso. In tale ipotesi, infatti, l’esclusione risulterebbe incongrua”. Fonte: notizie.alice.it |