07.12.2010. – La normativa taglia-legali fa bene a tutti –

L’Ordine si prepara a fare pulizia dei troppi avvocati iscritti all’albo professionale. Una piccola-grande rivoluzione che viene prevista dall’articolo 20 del progetto di riforma approvato pochi giorni fa dal senato e che è stato già trasmesso, per la seconda lettura, alla Camera (è l’Atto camera 3900). Il taglio verrà realizzato, secondo il dettato della norma, non appena varata la legge, e con una revisione triennale degli elenchi. Secondo l’articolo 20, «la permanenza dell’iscrizione all’albo è subordinata all’esercizio della professione in modo effettivo, continuativo, abituale e prevalente, salve le eccezioni previste anche in riferimento ai primi anni di esercizio professionale».
 Non c’è chi non senta in questa norma un richiamo all’esistente normativa civilistica e fiscale in materia di lavoro autonomo, normativa che peraltro era preesistente anche all’attuale ordinamento forense. Insomma, ci si chiede: questa norma non è forse pleonastica? No, pare proprio che non lo sia. I numeri portati nei giorni scorsi al XXX congresso forense di Genova attestano infatti di una categoria nella quale ci sono 220 mila che hanno il titolo di avvocato e di «soli» 156.337 che sono iscritti alla Cassa di previdenza, esercitando abitualmente.
Le ragioni della non iscrizione alla Cassa forense dei quasi 60 mila avvocati mancanti all’appello sono le più varie, e sono tutte ammesse dalla legge. Ma ha senso fare battaglie per estendere competenze degli avvocati, come per esempio la consulenza legale, per riportarle sotto l’alveo della categoria, se poi una parte di quelli che la svolgeranno non verseranno alcunché alla Cassa in solidarietà con la categoria? Ben venga la scrematura, quindi, per non danneggiare i veri avvocati e il loro futuro.

di Roberto Miliacca

 

Fonte: Italia Oggi Sette

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