Tribunali, i tagli: salvi quelli in zone di mafia. Giudici di Pace a Capri e Ischia

Tribunali, i tagli: salvi quelli in zone di mafia. Giudici di Pace a Capri e Ischia
Restano anche Sciacca, Castrovillari, Lamezia e Paola
Lo ha deciso l’ultimo Consiglio dei ministri prima delle ferie

ROMA – Via libera del Consiglio dei Ministri ai tagli dei tribunali. Il testo definitivo prevede che i tribunali soppressi siano 31 anziché‚ i 37 previsti in origine: «salvi» i tribunali nelle zone ad alta intensità di criminalità organizzata. Confermata invece la soppressione di tutte le 220 sedi distaccate di tribunali e di 667 uffici di giudici di pace. Il governo ha inoltre approvato il decreto che anticipa “entro il mese di settembre” il pagamento ai Comuni della terza rata del Fondo sperimentale di riequilibrio 2012.

I tribunali “salvati” dalla soppressione nel Consiglio dei Ministri odierno sono: Caltagirone e Sciacca (in Sicilia); Castrovillari (in cui sarà accorpato il tribunale di Rossano), Lamezia Terme e Paola (in Calabria); e Cassino, al quale sarà accorpata la sezione distaccata di Gaeta (nel Lazio).

Salvi Capri e Ischia. Gli uffici giudiziari in sette isole minori che altrimenti, in caso di maltempo, priverebbero i cittadini di immediata tutela giudiziaria sono stati matenenuti. Lo rende noto un comunicato del ministero della giustizia – dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla riforma della geografia giudiziaria – che sottolinea come rispetto alla previsione iniziale di soppressione di 667 uffici di giudici di pace, si manterrà «un giudice di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida, Pantelleria) in modo da consentire anche l’eventuale deposito di atti urgenti in casi di irraggiungibilità dalla terraferma».

Severino. Per il ministro della Giustizia, Paola Severino, sulla lotta alle mafie «il governo non intende in alcun modo arretrare nemmeno sul piano simbolico», si legge nel comunicato finale nel Cdm. «Per questo sono state espunte dall’iniziale elenco di 37 tribunali e relative procure, le sedi in zone ad alta concentrazione di criminalità organizzata».

Incontro Monti-Fini. Il premier, prima di presiedere il Consiglio dei ministri ha incontrato a Montecitorio il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Monti, secondo quanto riferiscono fonti della presidenza della Camera, nel corso del colloquio con Fini, ha ringraziato il presidente di Montecitorio per il lavoro svolto in questi mesi e ha espresso apprezzamento per la disponibilità della presidenza della Camera a convocare, ove necessario, l’Aula ad agosto per l’eventuale esame di questioni urgenti legate alla crisi economica. Nel corso del colloquio, durato una trentina di minuti circa, le stesse fonti riferiscono che Monti e Fini hanno esaminato i possibili scenari delle prossime settimane relativamente all’evoluzione del dibattito in corso in sede europea circa l’attuazione degli accordi raggiunti al vertice Ue di fine giugno.

Golden share. Monti ha sottoposto per informativa al Consiglio dei Ministri un provvedimento di sua iniziativa che definisce il regolamento per l’individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale. In altre parole, il decreto definisce il perimetro e i contenuti del possibile esercizio dei poteri concessi dal decreto sulla golden share. Il provvedimento «rende possibile l’applicazione dei poteri speciali delegati al Presidente del Consiglio su proposta del ministro della Difesa e, qualora si tratti di aziende controllate dallo Stato, su proposta del ministro dell’Economia e Finanze». Si legge in una nota del governo sul provvedimento, un dpcm, che «definisce il perimetro e i contenuti del possibile esercizio dei poteri concessi dal decreto sulla golden share». In base alla legge dell’11 maggio 2012, il presupposto dell’esercizio di tali poteri è l’esistenza di una minaccia di «grave pregiudizio» per gli interessi essenziali della difesa e sicurezza nazionale.

Il Consiglio dei ministri ha deliberato l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale della legge regionale che prevede «l’Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012» della Puglia. Palazzo Chigi ha spiegato che la decisione è stata presa in quanto la legge «contiene disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario e con i principi in materia di ordinamento della finanza pubblica e, pertanto, viola l’art. 117, comma 3, della Costituzione».

Fonte: ilmattino.it

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