Giustizia: il 23 ottobre protesta nazionale dell’avvocatura
Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura-Oua, nel corso della manifestazione di oggi a Pinerolo contro la chiusura del Tribunale decisa dal Governo Monti, ha ribadito le ragioni del no a questo provvedimento che colpisce questa città e illustrato le ragioni della manifestazione del 23 ottobre a Roma promossa dagli Ordini Forensi: «Sono decisioni sbagliate quelle del Governo sulla geografia giudiziaria, si caratterizzano per l’irrazionalità e l’inadeguatezza, oltre che per l’inutilità rispetto agli annunciati obiettivi di risparmio: si lasciano, invece, così interi territori senza presidi di giustizia, compromettendo sia i diritti dei cittadini, sia la competitività delle imprese e, quindi, dello sviluppo del tessuto produttivo. A Pinerolo, la manifestazione va sotto lo slogan: “Requiem per la giustizia”. Chiediamo, ancora una volta al Ministro della Giustizia di rivedere questo intervento che oltretutto, come abbiamo più volte denunciato, ha evidenti profili di incostituzionalità, come confermato anche dal parere dell’illustre costituzionalista Giovanni Verde. Intanto, posso anticipare che domani verrà presentato il primo ricorso al T.A.R della Sardegna contro, appunto, i provvedimenti di attuazione della geografia giudiziaria». Il presidente dell’Oua ha, quindi, ricordato che la protesta continua il 23 ottobre prossimo, aggiungendo ulteriori elementi di rivendicazione e sottolineando il bacino di adesione sempre più ampio e unitario: «La parola d’ordine che circola per i fori di tutta Italia è: “La difesa della dignità e il ruolo dell’avvocato” e la risposta è compatta: oltre 100 ordini forensi hanno già dato l’adesione, con in testa anche le grandi città, a partire da Roma e Napoli. Già oltre 2000 i partecipanti previsti in rappresentanza di tutta la categoria. Ma il numero cresce ogni giorno. Sarà una giornata di astensione dalle udienze con un corteo che sfilerà per le vie della capitale, partendo da Piazza della Repubblica, fino a Piazza Santissimi Apostoli». «I diritti dei cittadini sono sempre più compromessi o addirittura preclusi – spiega de Tilla – da un lato sono aumentati i costi dei processi (contributo unificato), dall’altro si sono introdotti sistemi di privatizzazione della giustizia civile come la media-conciliazione obbligatoria che comprimono l’accesso alla giustizia. Non solo: diverse riforme procedurali, come il filtro in appello, trasformano il servizio giustizia in un percorso ad ostacoli per il soddisfacimento di un diritto e impediscono l’effettivo svolgimento del “giusto processo”. Il quadro è ancora più drammatico se a tutto ciò aggiungiamo l’indiscriminata cancellazione di 1000 uffici giudiziari, i tagli al settore di risorse e personale, l’eccessiva e dispendiosa esternalizzazione di servizi, la mancata estensione delle best practices e della riorganizzazione dei tribunali, nonché del processo telematico, l’assenza di interventi per la riforma della magistratura onoraria e per la valorizzazione della professione forense, anche con la revisione dei parametri dei compensi, dimezzati del 50% e che stanno producendo conseguenze gravissime sulla categoria». «Tutte buone ragioni per protestare ed essere a Roma in diverse migliaia – conclude – questo è il primo corteo degli avvocati dal 2006: allora contro il decreto sulle liberalizzazioni. Quella manifestazione fu la prova generale della successiva grande marcia dei 40 mila, delle “grisaglie”, che vide la presenza unitaria e compatta di tutte le rappresentanze delle libere professioni. In quel caso, è bene ricordarlo, fu il “requiem del consenso cittadino” al decreto Bersani». oua.it |