De Tilla: Il governo faccia una deroga su tariffe e soci di capitale –

“Vogliamo stabilire un ponte con il governo per dialogare sule riforme e sul futuro dell’avvocatura”. E’ questo il risultato che il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura Maurizio de Tilla spera di ottenere con la VII Conferenza nazionale dell’avvocatura che si terrà a Roma il 24 e il 25 novembre. La due giorni romana, che ha già toccato quota 1.500 adesioni, sarà l’occasione offerta agli avvocati per “presentarsi” ai nuovi ministri. Tanti i tavoli di lavoro con temi che spaziano dalle liberalizzazioni al ruolo dell’avvocatura nel processo penale e civile, dal welfare a misura di giovani alle pari opportunità. 
D. Sono cambiati i referenti ma non i problemi  degli avvocati. Qual è la lista delle priorità che i legali italiani presenteranno al nuovo esecutivo?
R. Certamente la modifica delle norme sulla mediazione. Ci sono al senato due progetti di legge bipartisan (Bendetti Valentini  e Della Vedova) che puntano ad abolire l’obbligatorietà e a “tagliare” i costi eccessivi del procedimento. Punti su cui ci auguriamo che il governo intervenga prima delle pronunce della Corte di giustizia e della Corte costituzionale. 
Ci aspettiamo risposte anche sul futuro della nostra cassa di previdenza e, certamente, ci sta molto a cuore la riforma forense.
 
D. Purché arrivi il nuovo Statuto siete disposti anche ad accettare un testo destinato comunque a perdere pezzi dopo il via libera alla legge di stabilità?R. E’ evidente che il nuovo ordinamento subirà delle modifiche rispetto a come lo avevano disegnato gli avvocati.
Ci sono però due punti su cui siamo intenzionati a chiedere una deroga rispetto alla disciplina già varata: l’apertura ai soci di capitale e l’abolizione delle tariffe minime. Non vogliamo dare nessuna chance alla criminalità organizzata di infiltrarsi negli studi legali per sbiancare il suo denaro. Basta leggere il libro “soldi sporchi” di Pietro Grasso per capire quanto il rischio sia reale:  è sufficiente inserirsi tra quattro o cinque  giovani avvocati.  
 
D. E dall’abolizione delle tariffe minime cosa temete?
R. Una maggiore precarietà per i giovani senza avere come contropartita alcun effetto benefico sulla competitività del Paese. Fissare delle soglie nei compensi è irrinunciabile quando l’avvocato difende i diritti del cittadino davanti al giudice, diverso è il caso dell’attività extragiudiziale. Ma lì la guardia si è abbassata da tempo… 
D. Richieste a parte, avete da offrire ai nuovi ministri anche delle proposte?
R. Certamente. A parte i già citati disegni di legge sulla mediazione, che sono stati ispirati dall’Oua, c’è il nostro progetto sullo smaltimento dell’arretrato civile da affidare a giudici laici, purché selezionati, indipendenti e retribuiti. Anche per loro abbiamo previsto l’incompatibilità: finché fanno i giudici non possono fare gli avvocati.  Siamo pronti poi a  offrire anche il nostro contributo anche sul fronte delle geografia giudiziaria. Una riforma su cui abbiamo idee diverse da chi pretende di farla con l’accetta e in tempi rapidi. E’ necessario valutare bene il rapporto costi-benefici tenendo d’occhio sempre l’obiettivo efficienza.  
D. Avere tra i vostri principali interlocutori Mario Monti e Antonio Catricalà, due personalità che non hanno mai fatto mistero del loro orientamento favorevole alle liberalizzazioni,  vi preoccupa?
R. No. L’alto livello degli attuali rappresentati ci rassicura. I loro valori sono anche l’etica, la trasparenza la meritocrazia. Sono le stesse cose che chiediamo noi, se si dovesse arrivare allo scontro vorrebbe dire che il governo ha smentito sé stesso. 
D. Tranquilli anche per quanto riguarda il confronto all’interno della categoria? I giovani avvocati al Congresso di Catania hanno annunciato la loro presenza alla Conferenza dell’Avvocatura anche per mettere in discussione l’attuale sistema di rappresentanza
R. Lo abbiamo fatto prima di loro proponendo il Consiglio superiore dell’avvocatura composto anche dalla componente rappresentativa del Consiglio nazionale forense. Al momento mi sembra però l’ultimo dei problemi. Certamente ora dovremmo evitare di aprire fronti interni.  
Fonte: diritto24.ilsole24ore.com

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