27/05/09. – Processo civile, la riforma punta al taglio degli sprechi

La Riforma: più spazio ai giudici di pace. Sanzioni alle parti che puntano solo a perdere tempo. Testimonianze anche in forma scritta. Limiti precisi per i ricorsi in Cassazione. Deleghe per riordinare i riti e rilanciare la conciliazione. Continua…. 
Più spazio ai giudici di pace. Sanzioni alle parti che puntano solo a perdere tempo. Testimonianze anche in forma scritta. Limiti precisi per i ricorsi in Cassazione. Deleghe per riordinare i riti e rilanciare la conciliazione. Ieri il Senato in una sola giornata scandita da votazioni serrate ha dato il via libera definitivo ai 72 articoli del collegato alla Finanziaria il cui piatto forte è costituito da un denso pacchetto di norme che riscrive parti cruciali del processo civile.
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano incassa e dichiara «enorme soddisfazione per una riforma al solo servizio dei cittadini e che punta ad accelerare i processi».
 
In termini di competenze, il disegno di legge scommette forte sulla magistratura onoraria. I giudici di pace avranno a che fare con una massa di nuove cause. Se ne usciranno schiacciati è da verificare, ma intanto potranno contare sul raddoppio della competenza, portata sino a 5.000 euro, per le controversie su beni mobili, sull’aumento a 20.000 euro (dagli attuali 15.493) per le cause di risarcimento danni da circolazione, mentre avranno competenza esclusiva sulle liti su interessi o accessori da ritardati pagamenti di prestazioni previdenziali. 
Altro pezzo forte del disegno di legge, molto contestato da parte dell’avvocatura, è il meccanismo introdotto per sfoltire il numero dei ricorsi in Cassazione. Una disposizione sulla quale certo fioccheranno le richieste di pronuncia da parte della Consulta per sospetta incostituzionalità ma che, nella versione modificata dalla Camera, prevede ora due elementi di inammissibilità: – quando il provvedimento impugnato è aderente sulle questioni di diritto all’orientamento della Cassazione e non ci sono ragioni per cambiarlo o confermarlo di nuovo; – quando è manifestamente infondata la presunta violazione dei principi del giusto processo.  
In un provvedimento che obbligherà gli avvocati a un nuovo e drastico aggiornamento (anche se la gran parte delle norme si applicherà solo alle nuove cause) sono state inserite disposizioni specifiche per sanzionare le parti che presentano istanze di ricusazione inammissibili o infondate oppure per penalizzare chi ha rifiutato senza motivo un tentativo di conciliazione, o ancora per colpire nel patrimonio chi ha avviato una lite temeraria.
Le questioni di competenza vanno poi sollevate tempestivamente come pure un’attenzione particolare andrà prestata alla riduzione dei termini utili per la presentazione delle impugnazioni o delle riassunzioni dei processi.
 Diventa poi possibile, per vincere la cronica ritrosia alle testimonianze nel settore civile, effettuare dichiarazioni in forma scritta, ma servirà l’assenso delle parti.
Altro cardine della riforma è poi l’istituzione di un procedimento sommario di cognizione nelle cause di competenza del giudice unico. Un procedimento con minori formalità, tempi accelerati, meno garanzie di contraddittorio, concluso con un’ordinanza.
 
Le stesse motivazioni delle sentenze si aprono poi a una nuova formulazione, magari meno barocca e più sostanziale, con l’elencazione delle questioni di fatto e diritto decisive e il riferimento a precedenti conformi. 
Il capitolo deleghe si fa forte del progetto di riduzione delle forme processuali che, fatta salva la cancellazione immediata del processo societario, punta a lasciare in vita il rito ordinario, quello sommario e pochi altri speciali (famiglia, lavoro, fallimenti, proprietà industriale).
Sempre a un futuro intervento è poi affidata la revisione della conciliazione con una più ampia possibilità di intervento dei professionisti in alcune materie.
 

Fonte: ilsole24ore.i

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