22.07.2010 – Giudici di pace di Milano, uffici nel caos
22.07.2010 – Giudici di pace di Milano, uffici nel caos Code di cinque ore per le multe. Il nuovo software inviato da Roma non funziona sui computer ormai troppo vecchi
Cinque ore per presentare il ricorso a una multa. È il calvario a cui si sottopongono da giorni centinaia di cittadini, in fila agli uffici del giudice di pace in via Francesco Sforza. La ragione dell’intasamento è il sistema informatico inviato dal ministero della Giustizia per l’iscrizione a ruolo delle pratiche: il software è troppo evoluto per i vecchi computer delle cancellerie, che hanno smesso di funzionare. Una beffa a cui il coordinatore dei giudici di pace, Vito Dattolico, cerca un rimedio. “Il nuovo software dovrebbe sveltire il lavoro – dice Dattolico – ma di fatto non lavoriamo più. Ho chiesto a Roma nuovi computer, e corsi di aggiornamento sulla nuova piattaforma informatica”. Per ora si è tornati a registrare le pratiche a mano. Come negli anni Ottanta. Con il “vecchio” sistema informatico, donato dall’Ordine degli avvocati lo scorso gennaio, gli uffici gestivano 500 pratiche al giorno. Oggi farne 100 è impossibile. E ai cittadini che si mettono in fila alle dieci del mattino, per conoscere il calendario delle udienze o per consegnare un modulo, la commessa consiglia di tornare dopo pranzo. Il disagio è nato quindici giorni fa, quando i tecnici del ministero hanno installato i programmi. I ritardi si sono poi accumulati, e la situazione va via via peggiorando. Oltre al software, la “riforma informatica” del governo prevede il codice a barre sulle pratiche, leggibile con un lettore ottico. Ma nemmeno i lettori sono arrivati. Negli uffici di via Sforza i computer sono una trentina. L’augurio è che il ministero garantisca entro l’estate almeno cinque macchine. Altrimenti, come spesso accade, toccherà chiedere aiuto all’Ordine degli avvocati, che in passato ha dovuto pagare lo stipendio ad alcuni cancellieri quando la carenza di personale paralizzava gli uffici. Ma il presidente dell’Ordine di Milano, Paolo Giuggioli, questa volta è ottimista: “Il processo elettronico è già realtà al tribunale e alla corte d’appello – dice – confidiamo che il ministero adegui le attrezzature anche al giudice di pace”. E se non lo farà? “Daremo una mano”. Una consolazione: nonostante il tilt dei computer, le udienze si svolgono regolarmente. Fonte: la repubblica.it |