21.05.09. -Giudici di pace, camere strabiche – la vicenda andata in scena in commissione durante l’esame del disegno di legge sicurezza – La continuità non passa come emendamento- Come odg sì.
di Francesco Cerosimo – Presidente Associazione Nazionale Giudici di Pace La camera dei deputati ha licenziato il disegno di legge sulla sicurezza, che ritornerà al senato per l’approvazione defi nitiva. Tale atto coinvolge i giudici di pace, cui viene affi data la competenza in materia di espulsione dei clandestini a seguito del reato di ingresso nello stato italiano . Non è roba di poco conto. Ne va della libertà degli individui e coinvolge molti aspetti della vita di ogni cittadino italiano («popolo di trasmigratori » Eur-Roma ) alle prese con un fenomeno inimmaginabile fi no a qualche decennio fa. Vi è stata polemica su tale attribuzione ai gdp da parte dell’Associazione nazionale magistrati. Il governo ha tirato diritto. Nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia vi è stato un vivace scambio di opinioni. Nell’ambito di tale discussione la on. Pelino ha presentato un emendamento idoneo a protrarre il mandato dei gdp con continuità e rinnovi quadriennali, per come da sempre richiesto dall’Angdp e ribadito in occasione del convegno di gennaio e dell’assemblea di marzo ultimo scorso. La motivazione del rinnovo è semplice e facilmente comprensibile da tutti, in special modo in occasione dell’approvazione della legge in discussione: che senso ha formare dei magistrati per dodici anni e poi mandarli a casa, operando un turn over? Come non rendersi conto che nel 2010 settecento cinquanta magistrati dovranno lasciare l’incarico e gli altri duemiladuecentocinquanta nel 2012? Che fi ne farà la legge sulla immigrazione clandestina e tutte le altre di cui vi è competenza esclusiva dei giudici di pace sia in civile che in penale? Dal che l’opportunità, anzi la necessità di approvare l’emendamento proposto. Inopinatamente la commissione, su parere del governo, dichiarava la non pertinenza della materia con la legge in discussione. È evidente che si sia trattato di un escamotage. Quante volte sono state inseriti emendamenti nelle leggi come i cavoli a merenda. Il ministero della giustizia ha intenzione di procedere ad un riassetto di tutta la magistratura onoraria, forse riprendendo l’affossato disegno di legge Scotti e prende tempo, anche quando il tempo ormai stringe. L’Angdp con un comunicato diffuso il 30/04/2009 protestava vibratamente con il ministro Alfano e chiedeva un incontro urgente. Ovviamente non sapendo niente che l’Unagipa, con fuoco amico, il 7 maggio 2009 aveva diffuso un comunicato dal titolo emblematico «Dubbi sulla costituzionalità ed effettività delle norme del disegno di legge sulla sicurezza», laddove, sposando tesi espresse in parlamento dalla minoranza e dagli avvocati penalisti, criticava pesantemente il disegno di legge. Ma come mentre l’Angdp cercava dal disegno di legge per valorizzare la professionalità dei giudici di pace e quindi legittimarne la continuità, un’altra organizzazione apre le ostilità verso una legge su cui erano puntate le aspettative di tutti i gdp? Francamente il tutto è incomprensibile ed estremamente dannoso. Non vorremmo credere che l’iniziativa improvvida dell’Unione sia stata motivo di irrigidimento da parte del governo. Non l’abbiamo creduto, ma non vogliamo dare alibi al governo. Procedendo con pazienza e tenacia abbiamo continuato l’opera di sensibilizzazione del parlamento, che è sfociata con la presentazione in aula degli ordini del giorno Pelino e Marinello che vanno nella direzione auspicata. In modo clamoroso, prima ancora della discussione degli stessi, il Governo per mezzo del sottosegretario agli Interni Mantovano ha «accolto». Certo siamo consapevoli che l’odg è un atto di indirizzo, tuttavia pensiamo che nel governo si sia aperta una breccia e che qualcuno dall’osservatorio degli Interni abbia cominciato a convergere sulle tesi dell’Angdp e sul sicuro fallimento della legge sulla sicurezza senza giudici di pace motivati e professionali. Senza illusioni, con i piedi per terra, ovviamente l’Angdp procederà nella sua strada con responsabilità e forza,continuando nell’opera di coinvolgimento delle forze parlamentari ed associative, anche dei gdp rilevando che gli appelli quanto meno operativi cadono nel vuoto. Apprendiamo in questo momento che l’Unagipa, senza alcuna consultazione, con un tempismo sospetto senza andare a verifi care la nuova posizione del governo, che potrebbe aprire prospettive nuove, ha iniziato la procedura di sciopero. Sia ben chiaro l’Angdp non esclude in linea di massima l’astensione prolungata, ma come per il passato intende valutarne i tempi e i modi e si determinerà, sicuramente in tale direzione qualora il ministro di giustizia continuerà a non ricevere i legittimi rappresentanti dei giudici di pace e non dare risposte concrete. Significativamente abbiamo lanciato un referendum, molto partecipato in tale direzione. È appena il caso di ricordare che quando gli scioperi sono stati effettuati unilateralmente dall’Unagipa hanno visto una contenutissima partecipazione; quando è intervenuta l’Associazione nazionale si è avuta una partecipazione convinta e bulgara al 94%, mai raggiunta nel pubblico. Ed il disegno di legge Scotti venne affossato. La storia, a quanto pare, non insegna niente né ai governanti né a certe sigle sindacali. Fonte: Italia Oggi |