21.01.2010.- Napoli, il mercato dei falsi testimoni 100 euro per una menzogna in aula

Il mercato dei falsi testimoni: «Fanno cento euro, vi troviamo noi la persona giusta che dichiarerà di avere assistito all’incidente, che la colpa non è attribuibile a voi e che anzi la dinamica del sinistro è stata causata dal vostro avversario». Ecco il giro vorticoso di affari a Napoli e provincia

NAPOLI (21 gennaio) – Al mercato dei falsi testimoni bisogna arrivare di buon mattino. Prima delle 8. Fare tardi può comportare il rischio di non trovare più materia utile a rendere false le carte di un processo davanti al giudice di pace. Funziona così, ed è purtroppo questo il modo con il quale ancora si amministra la giustizia in certe aule del distretto giudiziario napoletano.

Con i falsi testimoni. Cento euro e passa la paura. Tanto costa assoldare un professionista della menzogna. E nella città italiana che continua a vantare il più alto numero di cause in materia di incidentistica stradale si può facilmente intuire come questo gioco disonesto la valga tutta, la candela.

Per trovare un falso testimone occorre disporre di un «gancio» giusto. Molti anni fa bastava affidarsi a un avvocato di quelli molto a buon mercato (li chiamavano i «paglietta»), abbondavano nei pressi della ex Pretura di piazza San Francesco o all’esterno di Castelcapuano.

Come nel film «La cambiale». Oggi che i tempi sono cambiati esiste un vero e proprio servizio di caporalato che accetta le richieste, filtrandole e destinandole al falso teste di volta in volta necessario. Il loro punto di riunione è a un paio di centinaia di metri dall’ingresso principale della caserma Garibaldi, su un marciapiedi non lontano da una fermata del bus della caotica via Foria. È qui che ci si incotra, che si discute e si fa l’affare; è qui che il giorno fissato per l’udienza si ripete a memoria la parte che bisognerà sostenere avanti al giudice di pace.

Non c’è mai passaggio di soldi in pubblico: il pagamento avviene generalmente la sera prima. «Che vi serve?»,ci chiede il caporale, dopo aver salutato un giovane avvocato amico che si sta prestando alla provocazione. Spieghiamo di aver ricevuto una citazione da parte di un’assicurazione che cura gli interessi di un automobilista tamponato al corso Umberto.

«Fanno cento euro – replica l’uomo sui 50 anni, barba incolta e ventre prominente – vi troviamo noi la persona giusta che dichiarerà di avere assistito all’incidente, che la colpa non è attribuibile a voi e che anzi la dinamica del sinistro è stata causata dal vostro avversario».

Il giro d’affari pare sia vorticoso. «Quello dei falsi testimoni – commenta Mario Tuccillo, noto penalista napoletano e storico legale che assiste le principali società assicurative italiane – resta purtroppo un fenomeno ramificato, e non solo a Napoli. I casi abbondano anche a Caserta, a Barra, in alcuni Comuni dell’area a nord di Napoli».

E come si combatte questo malcostume? «In assenza delle regole che dovrebbero dettare il senso civico a questi professionisti della menzogna – prosegue l’avvocato Tuccillo – io credo che un ruolo determinante dovrebbero avere gli stessi giudici di pace: in fondo, questi falsi testimoni sono sempre gli stessi che girano per le aule della caserma Garibaldi, e non è impossibile riconoscerli. Quando si presenta lo stesso testimone nell’arco di uno, due mesi davanti allo stesso giudice, dovrebbe essere quest’ultimo a chiedergli: “ma come mai lei è sempre qui a testimoniare?».

Ma il malcostume è duro da vincere. Le compagnie assicurative si difendono come possono. «Ma c’è anche un secondo modo per contrastare il fenomeno delle false testimonianze – conclude Tuccillo – Ammesso che per i giudici di pace sia difficile da stanare questi mascalzoni, allora potrebbero essere le forze dell’ordine a individuarli. Magari confondendosi qualche mattina alla folla che sosta proprio davanti alla caserma Garibaldi. Il che garantirebbe prevenzione e repressione del fenomeno. Un fatto è certo: da queste situazioni deriva alle compagnie di assicurazione un danno ingiusto e ingente».

Fonte: ilmattino.it

 

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