19.11.09. –Giudici di Pace – l’Associazione chiede proroga del mandato, redditi certi e adeguati, incentivi, previdenza –
Si prospetta un fine novembre con i giudici di pace all’attenzione degli operatori della giustizia. Inizia il 21 l’Organismo unitario dell’Avvocatura a Roma. Nell’ambito della VI Conferenza nazionale nella seduta pomeridiana alle ore 14,30 prevede una Tavola rotonda su «Il giudice laico». Si proseguirà il 27 con una conferenza sullo stesso tema, organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, per concludersi il 30 novembre ad Aversa (Ce) con un convegno promosso dall’ANGdP sezione distrettuale della Campania, dal titolo significativo e riassuntivo dal nostro punto di vista «Il giudice di pace: analisi e prospettive di un magistrato laico». In tutti e tre gli incontri è prevista la partecipazione del sen. Caliendo, sottosegretario alla giustizia con delega ai giudici onorari. Le prossime scadenze e le riforme La centralità degli argomenti, che saranno trattati, non poteva essere più tempestiva. Sono infatti in scadenza di mandato 800 giudici di pace e gran parte dei Got e Vpo. Nel contempo si è in attesa di una riforma dello status, la cui presentazione il ministro Alfano ha dato per imminente in risposta a una interrogazione dell’on. Mantini. Appare evidente che entro il 31 dicembre 2009 non sarà possibile approvare alcuna riforma. Ci si aspetta che nel corso dei convegni citati il governo tranquillizzi i magistrati, preannunciando la necessaria proroga, che non potrà non essere quadriennale, al fine di poter procedere ad una riforma della giustizia complessiva, che incardini il ruolo dei giudici di pace e, più in generale anche dei giudici onorari. È del tutto ovvio, se non sapessimo che in politica l’ovvietà lascia lo spazio alle complicazioni e spesso rappresenta un traguardo da conquistare. Mentre dovrebbe essere una imprescindibile certezza. Qualche esempio concreto Tant’è. In sostanza se non si prevede un contenitore ampio (riforma della giustizia ), non si può procedere per singole iniziative, che rischierebbero di andare in contrasto le une con le altre. Faccio alcuni esempi. Con una premessa: i Gdp non possono essere considerati come giudici onorari. Storicamente lo erano i conciliatori, di cui in un primo momento hanno preso il posto. Istituiti con legge n. 374/1991 hanno una competenza propria ed autonoma e rappresentano il primo grado di giudizio. Soppresse le Preture, i magistrati di pace hanno visto aumentare continuamente il loro lavoro. Negli anni si è aggiunta la competenza penale (dlgs n. 274/2000), sconosciuta ai conciliatori ed esclusiva per materia, sino al recentissimo reato di clandestinità. Nulla a che vedere con il lavoro dei Got e dei Vpo, delegato dal magistrato di Tribunale. Posizione ancillare e subordinata. Dal che la loro onorarietà, di cui in teoria si potrebbe fare a meno, il loro lavoro potrebbe essere svolto dai magistrati professionali, se non fossero diventati anch’essi indispensabili . Di contro si può dire onorario un magistrato con le caratteristiche delineate di autonomia e indipendenza e che ha visto riconosciuta la sua funzione in Costituzione? Laddove nell’art. 116 è previsto che le regioni «possono organizzare i giudici di pace». Si badi non i giudici onorari. E non solo: i gdp hanno ottenuto di avere un proprio consiglio giudiziario ed aspirano legittimamente ad avere una rappresentanza anche nel Consiglio Superiore della Magistratura. Se così è, appare criticabile ogni proposta che tende a traslare i gdp verso i Tribunali (disegno di legge Scotti e Oua), mettendo tutti in unico calderone. A parte che sorgerebbero conflitti di competenza, ogni volta che le regioni volessero organizzare i gdp, per come già avviene in Trentino-Alto Adige, la medicina che viene proposta rischia di uccidere la grande ammalata. Tribunali a rischio collasso Riflessione a voce alta. I tribunali non funzionano. È un dato di fatto e non è la sede questa per indicarne i motivi. Pur tuttavia non si può disconoscere che una mancanza di risorse e leggi farraginose nella procedura di attuazione rendono impossibile la gestione dei processi in tempi consoni alle esigenze dei cittadini. Se il tribunale, così come è sotto i nostri occhi, verrà a essere gravato di un altro milione e mezzo di processi, attualmente gestiti dai gdp, è facile prevederne il collasso definitivo in civile (chi farà mai una causa? Meglio una conciliazione? Che dico? Una mediazione, possibilmente privata, privatissima). E dal collasso dei tribunali a cascata si passerà a quello delle Corti d’appello, gravate a loro volta da un maggior numero di cause impugnate, in quanto si dovranno far carico anche di quelle del Gdp. Uno sconvolgimento senza alcun risultato, anzi con grave danno per tutti i cittadini e anche per il meritorio lavoro degli avvocati. Questo vuole l’Oua? E il ministero, che, a quanto pare, ha in animo di riprendere il vecchio progetto Scotti? Sarà meglio che nei prossimi giorni, nei prossimi convegni qualcuno lo spieghi. I progetti dell’Associazione Chiediamo ascolto. Abbiamo le nostre indicazioni, i nostri progetti, sul breve e sul medio termine. Innanzi tutto occorre tranquillità e serenità per i gdp e per i giudici onorari (6 mila professionisti già impegnati a tempo pieno), con una proroga di quattro anni e mandati rinnovabili sino a 75 anni (proposta di legge Alfano-Marinello ), con verifica di professionalità, con un reddito adeguato e certo nel minimo con incentivi e previdenza. Nel medio tempo si mantenga l’attuale indipendenza dei Gdp, da estendere ai Vpo, ripristinando una sorta di procurina autonoma, prendendo atto che la temuta separazione delle carriere tra giudicanti e requirenti presso l’Ufficio del Gdp è operante dal 2000 con ottimi risultati. I Gdp e Vpo di nuova nomina dovranno essere tutti avvocati reclutati, come oggi con concorsi per titoli, senza che qualcuno pensi di poter gestire l’assunzione con esami con scritti e orali aperti ai più vari sospetti. In tale sistema la incompatibilità tra magistrato e avvocato dovrebbe essere assoluta, in quanto, essendo già oggi un lavoro a tempo pieno, i più hanno di fatto smesso la professione forense. A questo magistrato si potrà consegnare tutta la ex competenza dei pretori con aumento di altre materie in tema di diritto di famiglia e condominio. Il risultato sarebbe una deflazione concreta del lavoro che appesantisce i tribunali, potendosi aumentare il numero dei magistrati addetti al settore penale, di cui vi è necessità ed urgenza, per come i cittadini invocano. Astensione dalle udienze? Proposte semplici e tenendo i piedi per terra. Troppo semplici. I giudici laici autonomi ed indipendenti in questi anni hanno dato fastidio a molti. E si sono mossi per bloccarli e snaturarli. È avvenuto in passato, vi sono segni consistenti indizi che varie corporazioni siano in movimento. È ovvio che senza risposte idonee e adeguate in gennaio i Gdp porteranno all’attenzione dell’opinione pubblica e degli elettori regionali la gravità del problema, nelle forme più varie dalle astensioni delle udienze ai sit-in, alla raccolta delle firme per un progetto di legge di iniziativa popolare . di Francesco Cersosimo – Presidente Associazione Nazionale Giudici di Pace |