16.07.08 – Decreto sicurezza: Alfano, dal Governo importante svolta antimafia
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano commenta le disposizioni contenute nel decreto sicurezza licenziato oggi dalla Camera. Comunicato stampa “Oggi la Camera ha approvato misure antimafia che, per quantità e qualità, non hanno precedenti recenti. Ne sono felice e dico che proseguiremo su questa strada, approvando il disegno di legge sulla sicurezza, attualmente in discussione al Senato, che contiene altre importantissime norme con cui siamo convinti che piegheremo definitivamente Cosa nostra”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a proposito delle disposizioni contenute nel decreto sicurezza licenziato oggi dalla Camera. “Un consistente pacchetto di misure antimafia, inserito dal Governo nel decreto sicurezza – prosegue Alfano – consentirà, infatti, una serie di interventi di straordinaria importanza sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, interventi che incidono, in particolare, sulle misure di prevenzione personali e patrimoniali, potenziandone la portata e gli effetti sia sotto il profilo sostanziale che procedurale”. “Tra i punti più qualificanti del pacchetto – sottolinea il guardasigilli – rientra l’aggravamento delle pene, sia nel minimo che nel massimo, per il delitto di associazione mafiosa. Un’altra importante novità, che tra l’altro comporterà anche un risparmio notevole per le casse dello Stato, consiste nel precludere, a mafiosi e trafficanti di stupefacenti, l’accesso al patrocinio gratuito, presumendo per legge che il loro reddito superi il minimo previsto per l’ottenimento di questo beneficio”. “Altre rilevanti disposizioni – continua Alfano – riguardano l’attribuzione, alla Direzione Nazionale Antimafia, della competenza per le indagini e la richiesta di applicazione delle misure di prevenzione nei confronti di soggetti appartenenti ad associazioni mafiose; l’estensione delle stesse agli autori di altri gravi reati, come lo spaccio, il traffico di sostanze stupefacenti, il sequestro di persona a scopo di estorsione; l’ammissione della richiesta e dell’applicazione disgiunta delle misure di prevenzione personali e patrimoniali”. “Grazie alle nuove norme – fa notare il ministro – sarà possibile proseguire o avviare, nei confronti degli eredi o degli aventi causa, il procedimento per la confisca dei beni, provento di attività illecite, anche dopo la morte della persona condannata per reati di mafia e procedere alla confisca dei beni di cui tale soggetto risulti essere titolare tramite interposta persona, fisica o giuridica. Si potrà, inoltre, prevedere che la confisca possa essere disposta su somme di denaro o altri beni del valore equivalente ai beni sottratti alla procedura e presumere, salvo prova contraria, la natura fittizia del trasferimento dei beni, operato nei due anni precedenti alla confisca. Viene, infine, introdotta – conclude il guardasigilli – la presunzione di illecita provenienza per tutti i beni il cui valore sia sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ai fini del pagamento delle imposte o comunque rispetto alla propria attività economica”.
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