12.04.2010- Vince la causa per il parcheggio- l’ausiliario del traffico l’aveva multato mentre lui stava facendo il tagliando per pagare il parcheggio.

L’uomo aveva subito fatto vedere il tagliando all’ausiliario del traffico che, inflessibile, gli aveva notificato ugualmente la multa. E’ andato in causa e il giudice di pace gli ha dato ragione.

L’ausiliario del traffico l’aveva multato mentre lui, spalle alla sua Panda, in piena via Veneto, stava facendo il tagliando per pagare il parcheggio. E quando aveva cercato di richiamarlo per protestare non aveva ottenuto risposta. Non solo, anche la polizia urbana aveva risposto di no alla sua richiesta di giustizia.

Ora il giudice di pace gli ha dato ragione: la multa è stata annullata. E il Comune, che pretendeva non solo il pagamento, ma anche l’addebito del costo delle spese legali, ha dovuto arrendersi. Franco Del Rio ha vinto una piccola grande battaglia. Lui, che di professione si occupa di investigazioni private, ha dovuto mettersi nelle mani della legge, per far stracciare quella multa che proprio non aveva digerito. A conti fatti, il giudice ha disposto la compensazione delle spese e quindi il ricorso gli è costato ma, almeno, ha ottenuto una soddisfazione morale. «Il problema è che il Comune fa sempre opposizione perché tanto non ci rimette niente – accusa Del Rio – Il cittadino, invece, anche quando subisce un’ingiustizia, deve comunque fare ricorso, aspettare dei mesi e, alla fine, saldare almeno il conto del proprio legale. Il risultato è che la gente spesso desiste, e finisce per arrendersi, anche nei casi in cui è evidente che lo scopo della multa sia solo quello di fare cassa, e non di perseguire chi non rispetta la normativa». La vicenda è surreale ma non insolita. Cosa è accaduto in questo caso? Come Del Rio ha raccontato al giudice di pace Stefano Galeotti affidandosi all’avvocato Giusteschi Conti del foro spezzino, quel 5 maggio dello scorso anno si era ritrovato sul parabrezza l’avviso di sanzione proprio mentre tornava all’auto, col suo bigliettino di pagamento fatto da un euro. La motivazione della multa? Aveva violato il codice della strada all’articolo 7 sostando il proprio veicolo in zona a pagamento senza esporre il prescritto titolo abilitante. «Macché infrazione – si era ribellato – proprio mentre stavo effettuando il pagamento della sosta, così come prescritto, l’ausiliario in contemporanea mi stava elevando la contravvenzione. E infatti mi sono ritrovato l’avviso al mio ritorno. Non sono un ragazzino e non ho potuto inseguire l’ausiliario, una donna, che si stava già allontanando. Ho chiamato, non si è girata». L’uomo non si è rassegnato ed è passato al contrattacco. Ha provato a rivolgersi per iscritto al comando vigili. La risposta è stata negativa: la violazione contestata non consiste nel mancato pagamento – gli è stato risposto – ma nella mancata esposizione dello scontrino. E poi, ha aggiunto la polizia, «nulla dimostra che lo scontrino prodotto sia effettivamente ricollegabile al veicolo oggetto di sanzione». Insomma, se anche aveva pagato, Del Rio non aveva fatto in tempo a esporre la ricevuta, dunque era colpevole. E poi, forse, quel tagliando non era suo … Del Rio non ci ha più visto. Ha fatto ricorso al giudice. Ha depositato la sua istanza il 21 settembre e il 12 gennaio è arrivato lo scontro. L’avvocato Furia, per il Comune della Spezia, ha chiesto «la reiezione del ricorso, in quanto infondato, stante la legittimità dell’operato dell’agente verbalizzante». Ma il giudice ha dato ragione al cittadino. «l ricorso deve essere accolto – ha scritto – la produzione documentale del biglietto di avvenuto pagamento riporta la data e l’ora in cui detto pagamento è avvenuto. Tale data è il 5 maggio alle 8,57: così come l’accertamento da parte dell’ausiliario del traffico è del 5 maggio alle 8,57. E’ dunque credibile che il ricorrente, dopo aver posteggiato, abbia impiegato qualche minuto per trovare il più vicino parcometro e compiere le operazioni necessarie al pagamento e tornare al proprio veicolo». Poiché non è possibile volare dal parcheggio al parchimetro, è chiaro che il cittadino non doveva essere multato. Il giudice rileva anche che «casi analoghi si sono già presentati, a dimostrazione di una serie di disguidi che si creano frequentemente fra automobilisti e ausiliari del traffico il cui risultato è solo quello di far perdere agli occhi del cittadino credibilità alla pubblica amministrazione, troppo spesso ingiustamente accusata di far cassa con tale tipologia di contravvenzioni. Per evitare tutto ciò sarebbe opportuno che la civica amministrazione prevedesse, come già avviene in altri Comuni limitrofi, che l’ausiliario prima di stampare il preavviso di verbale, apponesse quello che viene altrove chiamato avviso di cortesia: una identica stampata in cui si informa il cittadino del rilievo dell’assenza di ticket, e che trascorsi 10 minuti o meno, senza che lo stesso venga pagato, verrà elevata la contravvenzione».

 

Fonte Secolo XIX.it

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