12.01.09. – Una sentenza e una e-mail tagliano i tempi. –

Fatto caso come la parola «tempo» ricorra con sempre maggior frequenza in questo periodo? Sarà la crisi, sarà la paura per il futuro, ma frasi come «corsa contro il tempo», — – «non c’è tèmpo da perdere» etc sono ormai di uso quotidiano sui giornali e negli uffici. Gli avvocati, questa parola,la conoscono molto bene, visto che la loro vita da professionista è scadenzata da termini processuali, atti in scadenza, udienze, provvedimenti d’urgenza e da consegne di documenti ai propri clienti che, guarda caso, sono sempre urgentissimi: E due eventi, tra i tanti di questo inizio d’anno, mi pare sottolineino bene questa smania di tempo.
Il primo evento, di cui ospitiamo un approfondimento in questo numero di Avvocati Oggi, riguarda la Posta elettronica certificata, cosiddetta Pec. Certo, i professionisti sono anni che hanno il loro indirizzo mail, ma la rivoluzione rapida e quasi silenziosa che la Pec introdurrà nel lento sistema burocratico italiano è fondamentalmente una: l’immediatezza delle comunicazioni, con valore legale certo sin dal momento stesso dell’invio della e-mail al collega o alla pubblica amministrazione. Volete mettere? Basta file davanti agli ufficiali giudiziari per una notifica, basta telefonate di conferma o attese per l’arrivo di una cartolina di ritorno. Ore e giorni risparmiati. E tutto questo dal primo gennaio di quest’anno. Il secondo evento riguarda invece una decisione delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione, la n. 30254/2008, depositata alla vigilia di Natale, di cui Italia Oggi ha dato notizia giovedì scorso. Che sembra andare esattamente nella direzione dell’urgenza dei tempi di cui un paese «normale» ha diritto. La Cassazione ha affermato che il giudice amministrativo può accordare subito il risarcimento del danno al privato o all’impresa danneggiata dall’amministrazione, prima cioè che lo stesso giudice proceda all’annullamento dell’atto che ha leso l’interesse legittimo del ricorrente. Un’accelerazione, insomma, perchè non è più giusto che oltre al danno subito dall’amministrazione, il privato subisca anche la beffa del ritardo del riconoscimento del proprio – diritto al risarcimento da parte della giustizia. Insomma, sarà la crisi, o sarà la presa d’atto che il tempo è una risorsa preziosa, anche per la pubblica amministrazione, ma pare proprio che qualcosa, con il nuovo anno in Italia, si stia muovendo.
Non ci resta che aspettare (poco però, speriamo!), il prossimo evento… 
 

di Roberto Miliacca 
 

Fonte: Italia Oggi
  

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