07.07.09. – Giustizia – i giudici di pace alle prese con la riforma del processo e in attesa del nuovo reato di clandestinità- Ogni magistrato onorario può contare soltanto su mezzo cancelliere.
«Preoccupata? Affatto: faccio un lavoro gratificante che funziona perché siamo veloci a chiudere le cause. Il reato di clandestinità? Studieremo: imparare cose nuove è un privilegio. Quanti di noi hanno la possibilità di chiudere la propria esistenza in bellezza?» Bettina Grassani, giudice di pace di Milano, 35 anni passati a scuola da preside, scoppia in una risata che rivela molto meno dei suoi 74 anni. Occhi vivaci, fisico asciutto, fascicolo in mano, è il ritratto della spensieratezza. «I compensi non sono un problema per noi ma per i giovani, che devono trovare stabilità». Il suo unico problema è che a febbraio dovrà ritirarsi. Negli uffici del giudici di pace di via Sforza, il primo lunedì trascorso con la riforma del processo civile in e con il nuovo reato di immigrazione clandestina alle porte sembra tranquillo. Corridoi caldi e aria condizionata. Tranquillo è anche Tommaso Cataldi, 44 anni, coordinatore de118 giudici (sui 20) che si occupano di immigrazione (solo 8 decidono cause penali). «Non avremo problemi ad accertare la clandestinità come contravvenzione», dice. «Ma alcuni stranieri non saranno espulsi come già accade adesso: chi ha in corso la regolarizzazione del permesso di soggiorno e chi un parente con cittadinanza italiana. Ci preoccupa di più il rito per direttissima che impone tempi stretti:il termine a difesa per l’accusato, ad esempio, è 48 ore». Cataldi aspetta notizie dall’ufficio dei pm che con tutta probabilità si occuperà del nuovo reato di clandestinità: la Sezione definizione affari semplici (Sdas) del tribunale che trattai reati minori decisi dai giudici di pace, Coordinatore dell’ufficio è il sostituto procuratore Riccardo Targetti che aspetta la “delega’ dal procuratore capo: la risposta dovrebbe arrivare a giorni. Gli effetti del reato di clandestinità dipenderanno dalla prassi che si instaurerà tra l’ufficio ei pm e quello di via Sforza. «La polizia di via Corelli ci ha detto che ci sono 40-50 denunce di irregolari al giorno – continua Cataldi-. Dirottando alcuni giudici su questi procedimenti ce la dovremmo fare. Ma le cancellerie che si occupano del civile rimarranno sguarnite». Le cancellerie, vero punto debole. Le persone che mandano avanti la macchina-giustizia. «Se si incrociano le tabelle degli organici si scopre che per ogni giudice di pace c’è mezzo cancelliere contro i 2,3 che lavorano per un giudice di tribunale» spiega Patrizia Santini, coordinatrice dei cancellieri all’ufficio del giudice di pace milanese. «I termini stretti del procedimento contro gli irregolari ci metteranno sotto pressione – dice-. Gli effetti delle modifiche al processo civile, invece, si vedranno a ottobre. Nell’immediato assisteremo a un aumento dei deposi delle domande e soprattutto dei decreti ingiuntivi (il valore delle cause passa da 2.500 a 5.000,00 euro ndr). Già stamane ho visto fuori un po’ di avvocati in agguato». Dall’altra parte della scrivania c’è Vito Dattolico, coordinatore dei giudici di pace milanesi che in questi giorni ha denunciato la carenza di organico di giudici e cancellieri: «L’ingresso dei primi è bloccato dalla Finanziaria 2005 che ha congelato i bandi. I secondi sono soggetti a tagli: su 4 che vanno in pensione solo uno sarà sostituito. Il prefetto dice ora che ci aiuterà spostando personale da altri uffici. Non c’è scelta: l’anno scorso, l’Ecopass ha messo noi, già malati agonizzanti, in ginocchio con le file fino a fuori contro le multe. Il reato di clandestinità uccide un paziente già morto». Tra gli avvocati c‘è ancora più pessimismo sul mix di riforma civile e reato di clandestinità. «Su alcune cause non vedo giudici all’altezza» dice l’avvocato Ciraudo. «La realtà di tutti i giorni è diversa — dice Antonio Leo, praticante penalista —. Per un processo di riciclaggio con 20 faldoni abbiamo impiegato due settimane solo per fare le fotocopie». Arriva di corsa, solare e vestita di bianco, l’avvocato Rustignoli: «In tribunale sento dire che questa riforma è uno spot pubblicitario. Uno show. La soluzione non è accorciare qualche termine: il problema è l’organizzazione degli uffici e un corpo di giudici di pace poco selezionato». In tribunale le cose andranno meglio?Come risposta sorride e scappa via. Angela Manganaro Fonte: Il Sole 24 Ore |