03.04.09 – Milano – Dagli ausiliari 15mila multe pirata “Illegittime per strisce gialle e doppia fila”

Milano – Dagli ausiliari 15mila multe pirata “Illegittime per strisce gialle e doppia fila”

Il Comune però si è “dimenticato” di avvisare i 280 operatori del traffico attivi in città, che continuano a sanzionare anche le vetture posteggiate sulle strisce pedonali, in doppia fila, nei posti riservati ai residenti oppure sui marciapiedi di Franco Vanni

Ausiliari del traffico Una valanga di multe fuorilegge. Oltre 15mila verbali di divieto di sosta illegittimi, fatti nell’ultimo mese dagli ausiliari Atm, che il giudice di pace si prepara ad annullare in caso di ricorso. Con una sentenza del 9 marzo scorso, la corte di Cassazione ha deciso che gli ausiliari possono multare solo le auto lasciate sulle strisce blu o quelle che intralciano la marcia dei mezzi pubblici. Il Comune però si è “dimenticato” di avvisare i 280 operatori del traffico attivi in città, che continuano a sanzionare anche le vetture posteggiate sulle strisce pedonali, in doppia fila, nei posti riservati ai residenti oppure sui marciapiedi.

Per Vito Dattolico, coordinatore dei giudici di pace, «tutti quei verbali non hanno alcuna validità». E si prepara a ricevere (e accogliere) migliaia di ricorsi da parte degli automobilisti. In altre città, come Bologna e Firenze, la sentenza è stata subito applicata, con nuovi ordini dati dal Comune agli ausiliari. A Milano no: dai Navigli a viale Abruzzi, da Città Studi a viale Papiniano, gli ausiliari continuano a multare le auto ferme sui marciapiedi e nelle strisce gialle.

«A noi nessuno ha detto di non farlo», ripetono gli operatori agli automobilisti che protestano contro la multa, sicuramente sacrosanta ma inflitta dalla persona sbagliata. Ad alcuni ausiliari, saputo della sentenza, il dubbio è venuto e si sono informati in Comune, «ma ci hanno detto di non preoccuparci — raccontano — perché in caso di contenzioso avremmo vinto noi». Non è vero. Anzi, per i giudici di pace non ci sono dubbi: «Essendo una sentenza della Cassazione a sezioni unite — dice Dattolico — è una decisione a cui ci dobbiamo attenere senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale». Punto.

Ogni settimana gli ausiliari staccano 9mila verbali. Dalla sentenza della Cassazione a oggi le multe date sono quindi oltre 33mila. «Almeno la metà sono illegittime» stima Marco Radaelli, delegato di Cgilpolizia locale, che attacca: «È difficile credere alla buona fede del Comune: se non ha avvisato gli ausiliari è perché evidentemente ha deciso di continuare a battere cassa, pur sapendo che quelle multe sarebbero da annullare». Il fatto che l’amministrazione e Atm non abbiano dato indicazioni mette a rischio gli stessi ausiliari, che nelle ultime settimane in qualche caso sono stati addirittura aggrediti. «Un altro problema per gli operatori — continua Radaelli — è che firmando verbali non validi rischiano di essere denunciati, senza ovviamente avere nessuna colpa». 

Per gli automobilisti il ricorso contro le “multe pirata” è complicato: l’unico modo per capire se un verbale sia stato fatto da un ausiliario o da un vigile (e in questo caso tocca pagare) è risalire all’autore in base al numero di matricola stampato sull’avviso. Un’operazione impossibile per l’utente, ma che il giudice di pace o l’ufficio procedimenti sanzionatori del Comune (in via Friuli 30) può fare senza problemi. E anche su questo Dattolico bacchetta Palazzo Marino: «Per garantire i milanesi e consentire loro di fare ricorso — dice il coordinatore — si dovrebbe scrivere chiaramente sulle multe se le ha fatte il vigile o no: è un atto di trasparenza dovuto».

Un’altra questione aperta, che su Internet infiamma i blog dedicati ai ricorsi alle multe, è quella delle contravvenzioni rilevate dai “ semafori intelligenti”: in una sentenza della Cassazione del 27 marzo si legge che per multare chi passa col rosso non bastano telecamere e fotografie, serve la presenza del vigile. «In questo caso, però — precisa Dattolico — chi contesta i verbali non ha la certezza di vincere. La sentenza non è stata fatta dalle sezioni unite della Cassazione, ma da una soltanto: quindi i giudici sono liberi di valutare caso per caso».

Fonte: milano.repubblica.it

 

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