26.03.08. – Photored: ciò che c’è da sapere

Si è parlato tantissimo di Photored, l’apparecchio che scatta la foto a chi passa col rosso. La multa è di 143 euro più la decurtazione di sei (6) punti sulla patente.
Ci sono, attualmente, indagini di Procure italiane e Guardia di Finanza. Si attende anche il parere dell’avvocatura di Stato, richiesto dal Ministero degli Interni. Intanto ci sono moltissime informazioni che andrebbero approfondite.
 C’è, per esempio, uno studio americano sul sistema dei Photored che sostiene conclusioni sensazionali; c’è un’intervista de “Il resto del Carlino” ad un Giudice di Pace di Bologna dove i ricorsi sono numerosissimi; c’è un seminario che si è reso necessario per chiarire la confusione nelle sedi giurisdizionali; c’è anche un fascicolo di Quattroruote che si è occupato più volte dei Photored e il parere, ovviamente non vincolante, degli esperti del mensile; sempre non vincolante c’è la nota del Ministero degli Interni, e la richiesta di parere all’Avvocatura dello Stato; c’è, infine, una serie di dichiarazioni del Sit che è l’organismo di accreditamento per i laboratori di taratura.
Florida. In America i Photored sono arrivati prima che da noi. In un rapporto stilato da un’Univeristà americana (la South Florida College of Health) si legge che i Photored sono diventati un formidabile strumento di finanziamento per molte amministrazioni locali.
I dati di San Diego sono questi: i Photored hanno generato 30 milioni di dollari in 18 mesi e una sola telecamera ha fatto multe per sette (7) milioni di dollari. I ricercatori hanno poi sostenuto che non c’è ragione per installarli e ciò perché, dopo aver analizzato la situazione della Florida, hanno scoperto che i sinistri provocati da chi taglia il semaforo rosso non sono aumentati negli ultimi anni, ma anzi scesi di un terzo senza l’utilizzo delle telecamere.
I consigli dei ricercatori sono i miglioramenti nella costruzione delle strade: segnaletica più visibile e info-mobilità. C’è di più nel rapporto, molto di più. “Il risultato – spiega Barbara Langland-Orban docente di health policy and management all’USF – è che gli incidenti aumentano proprio perché gli automobilisti tendono a rallentare bruscamente provocando tamponamenti agli incroci o ai semafori dove sono state installate le telecamere”. Per finire c’è un altro aspetto: “Alla loro introduzione – spiegano i ricercatori in un lungo studio – segue l’aumento di prezzi dell’Rc auto dopo aver esaminato migliaia di dati sulla situazione in diverse città americane”. Un articolo sull’argomento (in inglese) lo si trova a questo indirizzo: http://www.dodevice.com/?s=barbara+Langland– Orban
 Bologna.
Su “Il Resto del Carlino” di una settimane addietro si legge poi che i ricorsi aumentano a Bologna e l’esito è spesso positivo per gli automobilisti.  “Se uno transita palesemente con il rosso e la targa è leggibile, il ricorso viene respinto”, afferma uno dei 38 Giudici di Pace del capoluogo emiliano. I ricorsi, dice il giudice, si basano sempre sulle stesse cose: “Tutti gli automobilisti, nessuno escluso, ci dicono di aver attraversato l’incrocio con il giallo.
Per non frenare bruscamente con il rischio di essere tamponati o perché erano in fila e materialmente non sono riusciti a vedere il semaforo che passava dal giallo al rosso”. E poi c’è un altro aspetto a favore dell’accoglimento del ricorso: le due foto scattate dai Photored sono distanziate di circa un secondo, ma il rilevamento avviene sette centesimi di secondo dopo che il semaforo è diventato rosso, mentre il Comune sostiene che si tratta di sette decimi di secondo.
Fiesole. Un seminario su “Multe automatiche, Photored e autovelox” è stato organizzato a Fiesole in questo mese.  Seguirà un seminario a Sestri Levante, Pavia, e Faenza.
Si legge, tra gli obiettivi del corso (www.poliziamuniciaple.it), che la questione delle multe “ha suscitato vivo interesse nell’opinione pubblica e confusione nelle sedi giurisdizionali, specialmente per quanto riguarda l’uso indiscriminato di autovelox e photored”. 
 
Fascicolo di Quattroruote. Il mensile ha dedicato, tempo fa, un fascicolo all’argomento. Vi si legge, tra le altre cose, che ci sono indagini della Guardia di Finanza in corso in parecchi Comuni italiani; che le richieste di perizie tecniche si moltiplicano; e che gli esposti dei cittadini alle prefetture e alla magistratura ordinaria non si contano più.
In più le norme in materia non sono molto chiare. Il Sit, per esempio, il Servizio di taratura in Italia, dichiara che anche i “documentatori di infrazioni semaforiche” devono essere sottoposti a taratura, anche se limitatamente alla misurazione del tempo, mentre il ministero dei Trasporti sostiene che non debbano essere tarati.
Per non parlare dell’atteggiamento del ministero dell’Interno che dopo aver inizialmente dichiarato, in una nota, che gli incroci dove installare queste apparecchiature dovrebbero essere individuati mediante decreto prefettizio, passa ora la palla all’avvocatura generale dello Stato per un parere più autorevole.
Il Viminale, in un parere inviato alla prefettura di Lodi, ha censurato la disinvoltura con cui le amministrazioni comunali utilizzano questi strumenti: “Non può ritenersi che l’attraversamento di un incrocio con semaforo indicante luce rossa in assenza degli agenti accertatori sfugga a qualsiasi autorizzazione preventiva”. Secondo il ministero l’installazione di telecamere ai semafori su strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento può essere fatta “solo ed esclusivamente sulle strade individuate con apposito decreto prefettizio”.
Non bisogna cantar vittoria perché il parere non è vincolante, ed infatti nello stesso documento si legge che “poiché la questione trattata presenta profili di problematicità meritevoli di adeguato approfondimento, questo ufficio ha ritenuto opportuno richiedere al riguardo l’autorevole avviso dell’avvocatura generale dello stato”. In più c’è la legge 168/2002 ed il Codice della strada che chiarisce un importante aspetto: la contestazione immediata delle violazioni non è necessaria (e nemmeno la presenza degli agenti) nei casi di “attraversamento di un incrocio indicante luce rossa” a patto che l’accertamento avvenga mediante “apposite apparecchiature debitamente omologate”.
In sostanza dice due cose: non è necessaria la contestazione immediata e la presenza di vigili urbani ma l’apparecchiature deve essere omologata. In sostanza il parere degli esperti di “quattroruote” è che l’autorizzazione alla collocazione degli strumenti di rilevamento automatico delle infrazione sulle strade extraurbane secondarie e sulle strade urbane di scorrimento non debba riguardare solo gli apparecchi di misurazione della velocità (autovelox) ma anche quelli di controllo semaforico (photored). C’è da dire che il peso del parere del ministero è enorme perché sostiene che dovrebbero esseri i Prefetti a stabilire su quali strade possa essere installato un Photored.
 Torino – Il SIT. Nell’ultimo anno sono state diverse le dichiarazioni del SIT.
L’ultima dichiarazione è quella del 14 marzo 2008. Il titolo è: “DICHIARAZIONE – Taratura di dispositivi per misurazioni utilizzati per il controllo del traffico”.
Si legge quanto segue: “La necessità che i risultati delle misurazioni siano riferite ai campioni del sistema SI delle unità di misura è stabilito dalla normativa tecnica internazionale […] dalle leggi nazionali  […], dalle direttive UE e dalla prassi largamente in uso in tutti i paesi. In Italia ci sono i laboratori accreditati dal SIT.
La dichiarazione si riferisce a dispositivi misuratori della velocità,  delle infrazioni alle regole semaforiche, dei limiti alla circolazione in aree di rispetto. Due sono i laboratori accreditati: uno in provincia di Arezzo e l’altro a Milano.
Prima della data del conseguito accreditamento, mancando l’evidenza dell’attestazione della competenza dei laboratori ad effettuare specifiche tarature per la grandezza velocità, la garanzia della riferibilità si poteva ottenere con tarature effettuate presso laboratori esteri accreditati.
La parte importante è la seguente: “Circa i dispositivi documentatori di infrazioni semaforiche o di transito in zone vietate, a parziale integrazione di quanto dichiarato in passato il 2007-03-22, si osserva che si tratta di sistemi composti che, tra l’altro, contengono un apparecchio fotografico e un misuratore di tempo o di intervallo di tempo”. “La definizione corrente di taratura afferma che essa è un insieme di operazioni che stabiliscono, sotto condizioni specificate, la relazione tra i valori indicati da uno strumento o da un sistema di misurazione ed i corrispondenti valori dei campioni di misurazione”.
Partendo da tale concetto si può affermare che, per quanto riguarda il dispositivo fotografico non esiste evidenza che si tratti di strumento di misurazione su cui si possano effettuare tarature. Invece per il dispositivo misuratore, come per qualunque strumento per la misura del tempo, la taratura è possibile”. “Dal punto di vista tecnico, la taratura deve essere effettuata in funzione della criticità che il risultato della misurazione ha sulla constatazione dell’infrazione. Si tratta, comunque, di apparecchi sottoponibili a certificazione di prodotto, sui quali le autorità competenti esercitano i controlli legali previsti dalla legge”. In sostanza cosa dice il SIT? Nella dichiarazione del 26.06.2007, in quella del 26.11.2007, ed in quella del 14.03.2008 dice sempre la stessa cosa: “si tratta di sistemi composti che, tra l’altro, contengono un apparecchio fotografico e un misuratore di tempo o di intervallo di tempo” e che per il primo “non esiste evidenza che si tratti di strumento di misurazione su cui si possano effettuare tarature”, mentre per il secondo “la taratura è possibile”. Ora nella dichiarazione del 26.06.2007 si rettificava (“parziale integrazione”) quella del 20.06.2007, mentre in quella del 26.11.2007 si rettificava (“parziale integrazione”) quella del 22.03.2007, ed ancora nell’ultima, quella del 14.03.2008, si rettifica (“parziale integrazione”) sempre quella del 22.03.2007. 
   

Fonte: amantea.net

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