24.10.2007 – UNAGIPA è stata ricevuta al Ministero della Giustizia per comunicazioni relative alla riforma della categoria.

L’Unione Nazionale dei Giudici di Pace ha confermato il dissenso della categoria sui punti riguardanti la norma transitoria che discrimina i giudici in servizio, la mancanza di una previsione di un regime di previdenza ed assistenza obbligatoria con particolare riguardo alla tutela dei casi di malattia, gravidanza etc, la mancanza di qualsiasi incremento delle indennità e di un chiarimento normativo al riguardo e l’attribuzione del contenzioso del tribunale ancora non definito.     
                               

                                     U N I O N E  NAZIONALE  G I U D I C I  DI  P A C E

* unagipa * 
 
Roma 18.10.2007

Comunicato 
L’Unione Nazionale Giudici di Pace è stata ricevuta al Ministero della Giustizia dal Capo di Gabinetto dott. Mogini e dal Sottosegretario dott. Scotti e vari dirigenti per comunicazioni relative alla riforma della categoria.Il Sottosegretario ha comunicato che a livello di Governo non vi sono difficoltà per la presentazione di un disegno di legge, avente le caratteristiche già illustrate nel precedente incontro salvo qualche piccola apertura per quanto riguarda le garanzie procedimentali del giudice di pace.
L’Unione ha confermato il dissenso della categoria sui punti riguardanti la norma transitoria che discrimina i giudici in servizio, la mancanza di una previsione di un regime di previdenza ed assistenza obbligatoria con particolare riguardo alla tutela dei casi di malattia, gravidanza etc, la mancanza di qualsiasi incremento delle indennità e di un chiarimento normativo al riguardo e l’attribuzione del contenzioso del tribunale ancora non definito. 

L’Unione ha ribadito che: 

  • la continuità del rapporto spetta ad ogni lavoratore addetto ad un impiego permanente e che la continuità del rapporto è la conseguenza della stabilità della funzione, come si è da tempo operato per i giudici “onorari” tributari.
  • la previdenza obbligatoria, la tutela della salute, della donna lavoratrice e della famiglia spetta a qualsiasi lavoratore anche precario, a tempo parziale o occasionale. La violazione di tali diritti è sanzionata penalmente. Per i gdp è lo Stato a violare la legge.
  • Indipendenza e l’autonomia dei giudici è un requisito essenziale della funzione giudicante. E’ indispensabile introdurre una normativa chiara sulle regole a cui i giudici di pace devono uniformare la propria condotta ed introdurre garanzie in materia di procedimenti disciplinari e procedimenti di conferma.
  • Revisione delle indennità. La categoria non ha avuto alcun aggiornamento delle indennità a partire dal 1999 a differenza di altre categoria di altri lavoratori pubblici che hanno avuto un incremento non inferiore al 25-30%. 

La deludente conclusione della riunione induce l’Unione Nazionale giudici di pace a proseguire con le modalità più incisive rispetto a quelle già previste, l’azione di protesta, provvedendo ad una rapida consultazione dei membri del direttivo nazionale ed ad invitare l’altra organizzazione rappresentativa dei giudici di pace, Associazione Nazionale, a chiarire la propria posizione sia in merito alle rivendicazioni che insieme sono state portate avanti nello sciopero del giungo 2007 sia rispetto alle proposte del Ministero della Giustizia organizzando una riunione congiunta degli organi deliberanti.In questo momento grave e delicato si deve rilevare che all’interno della categoria ed all’interno delle organizzazioni rappresentative si avvertono spinte diverse volte a soddisfare esclusivamente o prevalentemente gli interessi, per altro legittimi, di alcune categorie (colleghi più anziani, giovani, colleghi che esercitano la professione di avvocato in modo più o meno massiccio, coordinatori, colleghi con diverse situazioni di reddito, colleghi che ritengono prioritaria la tutela previdenziale ed assistenziale).

L’Unione ha sempre portato avanti gli interessi di tutti a condizione che non fossero configgenti ed in contraddizione con la finalità di assicurare un’attività giurisdizionale efficiente, autonoma e professionalmente qualificata, ritenendo che solo una linea unitaria possa dare forza all’intera categoria. Visti poi i ritardi nella definizione della riforma, l’Unione non ritiene che si possano oggi accettare soluzioni parziali che privilegino alcuni aspetti ed interessi rinviando la soluzione degli altri problemi sine die.

Riteniamo che sia arrivato il momento di chiedersi, al proprio interno ed all’interno dell’intera categoria, senza alcuno spirito polemico, se tale linea debba essere ribadita genericamente, solo nei comunicati e nelle declamazioni assembleari, o debba costituire un impegno fermo di rappresentati e rappresentanti ed ovviamente costituire un cemento per una unità consapevole anche nei rapporti tra le due organizzazioni.

                                                  ILSegretario Generale       

                                                      Gabriele Longo

 

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