18.09.09 – Emergenza Giudice di Pace a Roma 18.09.09 – Emergenza Giudice di Pace a Roma

Il Csm chiede aiuto ad Alfano ed tutti sono concordi nel ritenere che ormai quello che accade in via Teulada è indegno di un luogo in cui si amministra la Giustizia.

Alla fine se ne sono accorti anche nel “palazzo”. Dopo anni di denunce da parte dei cittadini, dei funzionari e dei giornali, il Consiglio Superiore della Magistratura si è reso conto che il caos del Giudice di Pace di Roma – una zattera nell’oceano in tempesta – deve finire una volta per tutte. Il plenum del Csm ha chiesto ieri che si intervenga per «assicurare la funzionalità dell’ufficio e per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini».

Il caos connesso ai ricorsi e alle cause per le multe, dunque, emerge in tutta la sua drammaticità. E il Csm ha approntato una delibera, approvata all’unanimità, in cui sollecita il Ministro di Grazia e Giustizia, Angelino Alfano, il presidente del Tribunale, quello della Corte d’Appello e il nuovo coordinatore del Giudice di Pace «a fronteggiare con adeguati mezzi l’emergenza in atto».

La pratica, fanno sapere da Palazzo dei Marescialli, sede del Csm in piazza Indipendenza, «è originata da numerose proteste rilanciate anche da articoli di stampa». Il ministro Alfano, già a primavera, aveva ricevuto dai vertici della Giustizia romana dettagliate relazioni sullo stato di salute pre-agonico degli uffici di via Teulada. Ma da via Arenula, fin qui, si è mosso poco o nulla. 

Anche il sistema telematico pensato per collegare il Giudice di Pace al Comune e alla Gerit è in ritardo. Il Campidoglio e la concessionaria per la riscossione dei tributi hanno fatto la loro parte. E’ stata firmata un’intesa per far decollare il progetto. Ma sembra che proprio il Ministero continui a non fornire i mezzi, anche finanziari, che servono per far partire la rete informatica. Eppure si tratta di un punto centrale.
Migliaia di Cartelle Esattoriali continuano ad essere spedite anche quando il cittadino ha vinto un ricorso perché non esiste un collegamento in “tempo reale” tra la sede di via Teulada, l’Ufficio contravvenzioni del Campidoglio e la Gerit stessa. Se ci fosse la rete (niente di “spaziale” nell’era di internet) tante liti verrebbero evitate e migliaia di romani non dovrebbero più consumare parte della vita in ricorsi senza alcun senso.

Gli stessi coordinatori del Giudice di Pace denunciano da mesi lo stato dell’arte. I magistrati onorari, i cancellieri e i segretari non fanno mistero che «ormai quello che accade in via Teulada è indegno di un luogo in cui si amministra la Giustizia». Eppure niente o quasi. Ora la speranza è che la mossa del Csm, un organismo presieduti, istituzionalmente, dal Presidente della Repubblica, possa smuovere le acque. La pratica da cui parte la delibera che sollecita il ministro Alfano è stata istruita dall’Ottava Commissione consiliare sotto la presidenza del Consigliere Ciro Riviezzo e si è conclusa sotto la presidenza dell’Avvocato Celestina Tinelli. 

Nel corso delle audizioni effettuate sul Giudice di Pace, spiega una nota del Csm, sono risultate «carenze di personale amministrativo e insufficiente funzionalità dei programmi informatici a disposizione dell’ufficio». Pur non avendo competenza diretta sulla organizzazione giudiziaria, il Consiglio Superiore della Magistratura – si sottolinea – «ha ritenuto che tali disfunzioni incidano direttamente sull’efficienza della giurisdizione, sui tempi del processo e sul diritto dei cittadini ad accedere al servizio giudiziario». La richiesta è pressante: «C’è l’urgenza di adottare misure adeguate a fronteggiare la situazione di emergenza in atto».

Fonte il messaggero.it

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