04.11.2010. – Conciliazione – Avvocati sulle barricate – Sì di notai e commercialisti –
Le posizioni dei legali – Il Cnf ha chiesto lo stralcio di alcune materie mentre l’Oua ha preannunciato il ricorso al Tar Avvocati contrari. Anche se con diverse sfumature. E forte interesse da parte delle altre categorie. I professionisti si avvicinano in ordine sparso al debutto della conciliazione. Il regolamento in vigore da domani conferma la scommessa sugli ordini che avranno un percorso agevolato di adesione al registro dei mediatori e che si vedono riconosciute competenze nelle materie di diretto interesse. Categoria chiave è quella degli avvocati. Che da subito ha dimostrato una forte ostilità alla mediazione, considerata un ulteriore passaggio della strategia della sfiducia dimostrata dal Governo nei confronti dei legali. E il regolamento non sembra avere certo risolto le cose confermando l’assenza dell’assistenza legale obbligatoria, per esempio. Tanto è vero che a un più cauto Cnf, che ha avanzato la richiesta di uno stralcio di alcune materie dall’area del tentativo obbligatorio, si affianca un battagliero Oua che ha già preannunciato ricorso al Tar sul decreto. Quanto al Notariato, il presidente Giancarlo Laurini ha tenuto a sottolineare l’attenzione per uno strumento che coinvolge figure come i notai che si caratterizzano per posizioni di terzietà nei confronti dei cittadini. «La pubblicazione in Gazzetta del decreto 180 sulla mediazione ci riempie di soddisfazione – ha sottolineato il consigliere nazionale dei commercialisti, Felice Ruscetta – perché ci crediamo». Intanto, prosegue Ruscetta (che ne è presidente), si è già insediato il Consiglio direttivo di Adr commercialisti, la Fondazione del Cndcec creata per dare una risposta in tema di gestione di conflitti ed in particolare di mediazione civile. Molti i progetti, dalla creazione di un organismo di mediazione nazionale ed internazionale alla definizione di alti parametri di efficienza, alla realizzazione di un network con università, associazioni e centri internazionali. Infine – conclude Ruscetta – abbiamo appena acquistato un software che distribuiremo a tutte le nostre camere di conciliazione per una gestione più efficiente dell’attività». Soddisfatti anche i consulenti del lavoro, che leggono i benefici della conciliazione soprattutto attraverso la lente del contenzioso sul lavoro. «Il regolamento era atteso – spiega il presidente della Fondazione studi, Rosario de Luca – anche perché la collettività avrà a disposizione la riconosciuta terzietà e capacità di comporre controversie, tipiche della professione dei consulenti. Le nostre strutture hanno già avviato l’attività formativa che, con il 2011, sarà trasferita ai Consigli provinciali». G. Ne.
Fonte: Il Sole 24 Ore |