16.03.09. –contro i casi di «filtro» in Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale – Avvocati – protesta Oua: questione di legittimità avanzata da tutti i legali –

Avvocati. Protesta Oua: questione di legittimità avanzata da tutti i legali Sab. 14 – È incostituzionale la norma che introduce un filtro per i ricorsi in cassazione nel processo civile. L’Organismo unitario dell’avvocatura ribadisce la sua netta contrarietà a una modifica considerata in netto contrasto con l’articolo 111 della Costituzione sul diritto di difesa. Un parere condiviso anche da alcuni giuristi italiani invitati al Convegno che l’Oua a organizzato ieri a Roma.
Le quattro ipotesi fissate dalla riforma per dare il via libera al terzo grado di giudizio sono state analizzate da Giovanni Verde, ordinario di diritto processuale civile alla Luiss di Roma, e bollate come inammissibili nel nostro ordinamento. «Le prime tre ipotesi sono in funzione di una dichiarazione di inammissibilità in base a una dichiarazione preventiva di “non meritevolezza” – spiega Verde – mentre la quarta è in funzione di una dichiarazione di ammissibilità benché il ricorso in sé non sia ricevibile. Questo conferma che tutte le valutazioni prese in esame attengono a profili di merito». Perplesso Giovanni Verde anche sulla valutazione dei principi del giusto processo. «Non vedo alternativa – dice Verde – o le regole in vigore attuano i principi del giusto processo, e quindi il procedimento impugnato non è valido, oppure non lo attuano, nel qual caso si potrebbe porre un problema di costituzionalità della norma. In entrambe le ipotesi non c’è spazio per una valutazione preventiva». Di “giudizio alla cieca” sulla possibilità per la Corte di confermare o mutare il proprio orientamento parla anche il Gian Franco Ricci ordinario all’università di Bologna.
Il presidente dell’Oua Maurizio de Tilla indica le vie alternative per decongestionare la Cassazione: «Il filtro avrebbe il solo effetto di privare i cittadini del loro diritto alla difesa. Ma siamo consapevoli di dover ridurre il numero di avvocati cassazionisti. Uno strumento di “scrematura” è già contenuto nella riforma della professione messa a punto dal Cnf: attraverso le nuove norme il numero può scendere del 20%. L’altra strada da percorrere – conclude de Tilla – sta nella modifica del comma 7 dell’articolo 111 della Costituzione che consentirebbe di tener fuori dalla Cassazione le controversie di modesta entità».
Per quanto speranzosi sull’operato della Camera gli avvocati non si nascondono la possibilità che la norma “incriminata” riesca a ottenere il semaforo verde di Montecitorio. E annunciano battaglia. «Le nostre iniziative di protesta non saranno di piazza ma di atti – dichiara de Tilla – consegneremo a tutti gli avvocati una questione di costituzionalità per eccepire la legittimità del filtro, oppure presenteremo subito una proposta di legge per abrogarlo».
La terza via, indicata dallo stesso presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, non è ritenuta dagli avvocati troppo percorribile. Patrizia Maciocchi 
 
Fonte: Il Sole 24 Ore   

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